L’allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita.
I benefici per il bambino e per la madre sono tali che l’Istituto Mondiale di Sanità afferma che l’allattamento al seno dovrebbe estendersi, con le dovute integrazioni di alimenti solidi, fino al secondo anno di vita.
Il latte materno è un alimento completo, ricco di enzimi e anticorpi che migliorano la salute del bambino.
La sua qualità e composizione sono influenzate dalla dieta e dallo stato nutrizionale della donna. L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità.
L’aumento del fabbisogno
Le richieste caloriche per la donna durante l’allattamento, sono correlate alla quantità di latte prodotto e alla quantità di riserve caloriche accumulate sottoforma di tessuto adiposo. Alla nutrice si raccomanda di introdurre attraverso l’alimentazione una quota supplementare di energia compresa tra i 450 e le 560 calorie al giorno, fino al sesto mese. I fabbisogni materni dovranno tuttavia essere valutati in maniera personalizzata tenendo conto delle necessità individuali, come anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza.
Per quanto riguarda l’apporto proteico, si consiglia un surplus di 17 g/die di proteine durante tutto il periodo di allattamento.
Per la quota glucidica appare adeguato un consumo di 160-210 g di carboidrati al giorno.
La quantità e qualità degli acidi grassi contenuti nel latte materno dipendono molto dalla dieta materna, per le nutrici devono assumere adeguate quantità di acidi grassi essenziali, fondamentali per lo sviluppo delle strutture cerebrali e retiniche del neonato. Il contenuto di colesterolo del latte umano (10-20 mg/100 ml), invece, non è influenzato dalla dieta della madre, il colesterolo infatti può essere ricavato per sintesi endogena.
L’allattamento comporta l’aumento della richiesta di quasi tutti i micronutrienti ma un’alimentazione ricca e variata è sufficiente a soddisfare questi fabbisogni. Il modello dietetico adatto per la nutrice è simile a quello consigliato per la gestante, con alcune varianti che riguardano una maggior richiesta di calcio, iodio, zinco, rame, selenio, vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C.
Estremamente importante è ricoprire i fabbisogni di calcio: se l’apporto con la dieta non è sufficiente, pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, verranno utilizzati i depositi della madre con conseguente riduzione della densità minerale ossea. Il fabbisogno di calcio è di 1000 mg/die secondo i nuovi LARN 2012.
Poiché il latte materno è costituito per circa l’87% da acqua, per compensare le perdite è opportuno che la nutrice aumenti la normale assunzione di acqua di circa 650-700 ml al giorno.
Alimenti no: quali evitare?
Occorre porre molta attenzione al consumo di alcool e caffeina perché sono entrambe sostanze che passano nel latte. Un eccesso di caffeina provoca nel lattante irritabilità e insonnia, mentre quantità modeste non provocano alcun effetto.
Questi consigli servono per orientare le donne durante il periodo di allattamento a seguire un’alimentazione adeguata, ma non devono essere considerati sostitutivi delle indicazioni del medico.