Sono la Dott.ssa Valentina Mabilia, biologa nutrizionista, e il tema dell’intolleranza al glutine è molto comune tra i miei pazienti. Molte persone, infatti, sperimentano disturbi legati all’assunzione di questa proteina senza però avere una chiara diagnosi di celiachia, creando confusione su quale sia il percorso giusto da seguire.
L’intolleranza al glutine (o sensibilità al glutine non celiaca) è una condizione nella quale le persone manifestano sintomi simili a quelli della celiachia, ma senza che ci sia un danno permanente all’intestino tenue o una risposta autoimmune. I sintomi includono gonfiore, stanchezza, diarrea, dolori addominali e mal di testa. A differenza della celiachia, però, l’intolleranza non provoca un’attivazione del sistema immunitario contro l’intestino, e quindi non ci sono evidenze di atrofia dei villi intestinali, né anticorpi specifici rilevabili nel sangue.
Identificare correttamente se si è intolleranti al glutine è fondamentale per evitare restrizioni alimentari inutili o problemi di salute legati a un’alimentazione non bilanciata.
In questo articolo, fornirò alcuni dei consigli generali che offro durante le mie consulenze, aiutando a chiarire come si manifestano i sintomi, quali test eseguire per ottenere una diagnosi precisa, e come gestire l’intolleranza al glutine in modo sicuro e salutare.
Tabella dei Contenuti
Cos'è l'intolleranza al glutine e come si differenzia dalla celiachia
Quando parliamo di intolleranza al glutine, ci riferiamo a una condizione in cui il corpo ha difficoltà a digerire o a tollerare questa proteina, presente in cereali come il frumento, l’orzo e la segale. È importante chiarire subito che l’intolleranza al glutine non è la stessa cosa della celiachia, anche se spesso le due condizioni vengono confuse.
La celiachia è una malattia autoimmune, il che significa che, quando una persona celiaca ingerisce glutine, il sistema immunitario reagisce attaccando le pareti dell’intestino tenue, danneggiando i villi intestinali e impedendo l’assorbimento corretto dei nutrienti.
Questo può portare a problemi di salute gravi, come malnutrizione, anemia, osteoporosi e persino un aumento del rischio di alcuni tumori intestinali.
Al contrario, l’intolleranza al glutine, che è anche conosciuta come sensibilità al glutine non celiaca, non comporta una risposta autoimmune. Tuttavia, può comunque causare una serie di sintomi fastidiosi, come gonfiore, mal di testa, stanchezza, e difficoltà digestive.
Una differenza fondamentale tra le due condizioni è che l’intolleranza non provoca danni permanenti all’intestino, ma può comunque influenzare negativamente la qualità della vita.
In altre parole, mentre la celiachia richiede un’aderenza stretta e permanente a una dieta priva di glutine, per chi soffre di intolleranza al glutine la reazione al consumo di questa proteina varia da persona a persona, ed è possibile che piccole quantità non provochino sintomi gravi.
L'importanza di una diagnosi corretta
Una delle questioni che affronto spesso con i miei pazienti è l’importanza di una diagnosi accurata. Molte persone, di fronte a sintomi come gonfiore o stanchezza dopo aver mangiato glutine, tendono ad auto-diagnosticarsi come intolleranti o celiaci, eliminando il glutine dalla dieta senza una vera conferma medica. Questo può essere un errore per diversi motivi.
Innanzitutto, escludere il glutine senza una diagnosi corretta può portare a carenze nutrizionali. Il glutine è presente in molti alimenti ricchi di fibre, vitamine e minerali, come il pane integrale e i cereali. Eliminandoli senza un motivo valido, si rischia di compromettere l’equilibrio nutrizionale della propria dieta.
In secondo luogo, i sintomi associati all’intolleranza al glutine possono essere simili a quelli di altre condizioni, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o l’allergia al frumento. Per questo è fondamentale rivolgersi a un medico e fare i giusti test diagnostici per individuare la vera causa dei sintomi e ricevere il trattamento adeguato.
Come nutrizionista, consiglio sempre di evitare l’auto-diagnosi e di consultare un professionista della salute prima di apportare cambiamenti significativi alla dieta. Una diagnosi accurata permette non solo di individuare la causa dei sintomi, ma anche di gestire l’alimentazione in modo corretto e sicuro, senza eliminare nutrienti essenziali senza necessità.
Identificazione dei Sintomi
Intolleranza al glutine: come si manifesta
Uno degli aspetti che rende l’intolleranza al glutine difficile da identificare è la varietà di sintomi che può causare. Durante le visite con i pazienti, mi capita spesso di sentire persone lamentarsi di disturbi che, a prima vista, potrebbero non sembrare direttamente legati al consumo di glutine.
Tuttavia, nel tempo, ho notato che ci sono alcuni sintomi comuni che si ripresentano frequentemente.
I sintomi più comuni includono:
Gonfiore addominale | Spesso descritto come una sensazione di “pancia gonfia” dopo i pasti. |
Stanchezza cronica | Molti pazienti riferiscono di sentirsi costantemente affaticati, anche dopo una notte di sonno. |
Mal di testa frequenti | Cefalee che possono insorgere anche ore dopo aver consumato cibi contenenti glutine. |
Problemi digestivi | Diarrea o costipazione, che possono alternarsi, rendendo difficile individuare un pattern chiaro. |
Eruzioni cutanee | Alcune persone sviluppano sfoghi o pruriti cutanei subito dopo il consumo di glutine. |
Sbalzi d’umore | Irritabilità, ansia o persino sintomi depressivi possono essere collegati a una sensibilità al glutine. |
Dolori muscolari e articolari | Alcuni pazienti lamentano rigidità o dolori articolari correlati ai pasti contenenti glutine. |
Questi sintomi possono variare in intensità e manifestarsi anche a distanza di diverse ore dal consumo di glutine, rendendo difficile associare subito la causa al problema. Questo rende essenziale un approccio sistematico per capire se il glutine è davvero il responsabile.
Come capire se sono intollerante al glutine
Se ti riconosci in alcuni di questi sintomi, è naturale chiedersi se possa trattarsi di un’intolleranza al glutine. Tuttavia, come ho già menzionato, l’auto-diagnosi può essere fuorviante.
Ecco alcuni consigli che condivido spesso con i miei pazienti per aiutare a monitorare i sintomi e fare chiarezza.
Il primo passo che consiglio è sempre quello di prendere nota di ciò che mangi e dei sintomi che provi durante la giornata. Scrivere cosa hai mangiato, a che ora, e come ti sei sentito dopo può rivelare schemi che altrimenti passerebbero inosservati. Ad esempio, potresti notare che i sintomi peggiorano quando consumi cibi contenenti pane, pasta o altri prodotti a base di glutine.
Alcuni sintomi tendono a comparire con maggiore frequenza nei soggetti intolleranti al glutine.
Tra questi:
- Gonfiore persistente e disturbi digestivi.
- Sensazione di stanchezza inspiegabile, specialmente dopo i pasti.
- Mal di testa che sembrano correlati ai pasti.
- Sfoghi cutanei o prurito inspiegabile.
- Cambiamenti dell’umore che seguono il consumo di alimenti contenenti glutine.
Un altro metodo per capire se sei intollerante al glutine è quello di eliminarlo dalla dieta per alcune settimane (solitamente 3-4). Durante questo periodo, è essenziale evitare ogni fonte di glutine e vedere se i sintomi migliorano. Tuttavia, ti consiglio di farlo sotto la supervisione di un nutrizionista o di un medico per evitare carenze nutrizionali e per assicurarti che il protocollo sia seguito correttamente.
Questo è un consiglio cruciale che do sempre. Prima di decidere di eliminare completamente il glutine dalla tua dieta, è importante eseguire i test diagnostici necessari (che approfondiremo nel prossimo capitolo). Se elimini il glutine troppo presto, i risultati dei test potrebbero essere falsati, rendendo la diagnosi più difficile.
Il monitoraggio dei sintomi e l’osservazione dei propri comportamenti alimentari è un passo fondamentale per riconoscere se c’è una connessione con il glutine. Tuttavia, solo una diagnosi medica può confermare con certezza l’intolleranza, motivo per cui è importante lavorare a stretto contatto con un professionista della salute.
Diagnosi e Test
Esami per intolleranza al glutine: cosa aspettarsi
Quando sospettiamo un’intolleranza al glutine, è essenziale seguire un percorso diagnostico chiaro e preciso.
Come nutrizionista, consiglio sempre di evitare l’auto-diagnosi e di rivolgersi a un medico per eseguire i test necessari. Questo aiuta a evitare restrizioni alimentari inutili e a ottenere una diagnosi accurata.
Ecco i principali esami utilizzati per diagnosticare l’intolleranza al glutine:
Test sierologici (esami del sangue)
Il test sierologico è uno degli strumenti diagnostici più utilizzati per valutare la presenza di anticorpi specifici legati alla celiachia. I medici solitamente eseguono un pannello di esami che include:
Anticorpi anti-transglutaminasi tissutale (tTG-IgA)
Questo test è il più comune per diagnosticare la celiachia. Un livello elevato di questi anticorpi suggerisce una reazione autoimmune al glutine.
Anticorpi anti-endomisio (EMA-IgA):
Un altro test che conferma la diagnosi di celiachia. È meno sensibile ma molto specifico, il che significa che un risultato positivo è quasi certamente indicativo di celiachia.
Dosaggio delle immunoglobuline totali (IgA)
Viene eseguito per assicurarsi che i livelli di IgA non siano troppo bassi, poiché una deficienza potrebbe falsare i risultati degli altri test.
È importante sapere che questi esami sono specifici per la celiachia. In altre parole, se risulti negativo ai test per la celiachia ma continui a manifestare sintomi legati al consumo di glutine, potresti essere affetto da sensibilità al glutine non celiaca, una condizione che attualmente non ha un marcatore diagnostico specifico tramite esami del sangue.
Test genetici
Un altro strumento diagnostico utilizzato è il test genetico per identificare la predisposizione alla celiachia. Questo test cerca la presenza di due geni, HLA-DQ2 e HLA-DQ8, che sono associati alla malattia. Se il test genetico è negativo per questi geni, la celiachia può essere esclusa quasi con certezza. Tuttavia, un test genetico positivo non significa automaticamente che la persona abbia la celiachia, ma solo che ha una predisposizione genetica.
Cosa aspettarsi dalle procedure
Test sierologico: questo esame è semplice e rapido, e viene effettuato prelevando una piccola quantità di sangue da analizzare in laboratorio. I risultati di solito richiedono pochi giorni.
Test genetico: solitamente, questo esame richiede un prelievo di sangue o un campione di saliva. Anche in questo caso, i risultati non sono immediati, ma possono fornire informazioni utili per escludere o confermare una predisposizione alla celiachia.
Questi esami sono fondamentali per una diagnosi corretta, soprattutto per differenziare la celiachia dall’intolleranza al glutine o altre condizioni simili come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
Test domiciliari vs test medici professionali
Negli ultimi anni, stanno diventando sempre più diffusi i test domiciliari per rilevare l’intolleranza al glutine, disponibili in commercio e online.
Questi test offrono la comodità di eseguire un’autovalutazione a casa, senza dover andare dal medico o in laboratorio. Tuttavia, come nutrizionista, raccomando di fare attenzione a questi test fai-da-te, poiché presentano vantaggi e limiti rispetto ai test professionali.
Comodità
È possibile eseguire il test da casa, prelevando una piccola goccia di sangue dal dito o utilizzando un campione di saliva. È una procedura rapida e indolore.
Risultati rapidi
Molti test domiciliari promettono risultati nel giro di pochi minuti, riducendo l’ansia dell’attesa rispetto ai test medici tradizionali.
Costi ridotti
Spesso, questi test sono meno costosi rispetto a quelli eseguiti in un ambiente clinico.
Affidabilità
I test domiciliari non sono sempre precisi come quelli professionali. Possono dare falsi negativi o falsi positivi, e non riescono a differenziare tra intolleranza al glutine e altre condizioni come la celiachia o l’allergia al frumento.
Mancanza di supervisione medica
L’interpretazione dei risultati può essere complessa. Senza il supporto di un medico o nutrizionista, si rischia di trarre conclusioni sbagliate e di modificare la propria dieta in modo non corretto.
Non coprono tutti gli esami
I test domiciliari possono esaminare solo alcuni parametri, come la presenza di anticorpi legati alla celiachia, ma non sono in grado di fornire una diagnosi completa né di escludere altre condizioni.
- I test professionali eseguiti in ambito clinico, sotto la guida di un medico o di un nutrizionista, offrono una diagnosi più accurata e una maggiore affidabilità.
- Inoltre, il professionista sanitario può aiutare ad interpretare i risultati nel contesto della tua storia clinica e dei sintomi, e indirizzarti verso ulteriori esami o trattamenti se necessario.
- I test medici non solo sono più precisi, ma includono una serie più completa di esami, come la biopsia intestinale in caso di celiachia sospetta, che rappresenta lo standard di riferimento per una diagnosi definitiva.
In conclusione, i test domiciliari possono essere utili per una prima indicazione, ma non dovrebbero mai sostituire una diagnosi medica. Se sospetti di essere intollerante al glutine, ti consiglio di consultare sempre un medico o un nutrizionista per eseguire esami diagnostici più completi e affidabili.
Gestione e Conseguenze
Intolleranza al glutine: conseguenze e impatto sulla salute
Se non gestita correttamente, l’intolleranza al glutine può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Anche se, come già detto, non causa i danni intestinali permanenti tipici della celiachia, i sintomi cronici possono influenzare negativamente la salute generale e il benessere.
Le conseguenze più comuni includono:
Problemi digestivi cronici
Gonfiore, crampi addominali, diarrea o costipazione possono persistere a lungo, causando disagio costante.
Stanchezza e debolezza
La difficoltà a digerire correttamente gli alimenti contenenti glutine può portare a un assorbimento inefficace dei nutrienti, causando affaticamento cronico.
Irritabilità e sbalzi d’umore
Molti pazienti riferiscono che i sintomi digestivi sono accompagnati da un senso di malessere generale, ansia e irritabilità, collegati ai disturbi digestivi e al malessere fisico.
Integratori per intolleranza al glutine: quando e perché usarli
Una delle domande più frequenti che mi pongono i pazienti è se sia necessario assumere integratori in caso di intolleranza al glutine. Eliminando il glutine dalla dieta, è possibile che si riduca l’assunzione di nutrienti essenziali, come le fibre, il ferro e alcune vitamine del gruppo B, soprattutto se non si sostituiscono adeguatamente i cereali contenenti glutine con altre fonti nutritive. In alcuni casi, può essere utile considerare l’uso di integratori, ma solo sotto la guida di un professionista:
Integratori di fibre
Utili per compensare l’eventuale riduzione di cereali integrali nella dieta.
Vitamine e minerali
In particolare il ferro e le vitamine del gruppo B, come la B12, che possono essere carenti in una dieta senza glutine.
Probiotici
Possono essere consigliati per migliorare la salute intestinale, soprattutto se ci sono stati problemi digestivi cronici.
È importante ricordare che gli integratori non sono sempre necessari se la dieta senza glutine è ben equilibrata e ricca di alimenti naturalmente privi di glutine, come legumi, frutta secca, verdure e cereali integrali come il riso e la quinoa.
Consigli dietetici e modifiche dello stile di vita
Gestire l’intolleranza al glutine richiede un cambiamento a lungo termine delle abitudini alimentari, ma questo non significa dover rinunciare a un’alimentazione varia e gustosa.
Ecco alcuni consigli pratici che offro ai miei pazienti per affrontare la loro condizione in modo sereno e salutare:
Leggi sempre le etichette
Il glutine si nasconde spesso in alimenti trasformati o in prodotti confezionati. Imparare a leggere attentamente le etichette e a riconoscere gli ingredienti potenzialmente problematici è fondamentale.
Sperimenta nuove fonti di carboidrati
Il riso, la quinoa, il grano saraceno, il miglio e le patate sono ottime alternative ai cereali tradizionali contenenti glutine. Incorporali regolarmente nella tua dieta per garantire un buon apporto di nutrienti.
Mantieni un’alimentazione bilanciata
È importante non eliminare intere categorie alimentari, ma piuttosto sostituire i prodotti contenenti glutine con versioni naturalmente senza glutine, mantenendo un’alimentazione equilibrata e ricca di verdure, proteine magre, grassi sani e carboidrati complessi.
Adottare un approccio consapevole all’alimentazione senza glutine può fare una grande differenza nella gestione dei sintomi, migliorando la qualità della vita senza rinunciare al piacere del cibo.
Conclusione
In questo articolo abbiamo esplorato l’intolleranza al glutine in tutte le sue sfaccettature, dalle cause ai sintomi, dalla diagnosi alla gestione quotidiana. Riconoscere i sintomi è il primo passo: gonfiore, stanchezza, mal di testa, e altri segni possono essere un indicatore della condizione.
Effettuare test accurati è essenziale per distinguere l’intolleranza dalla celiachia o altre condizioni simili. Una volta ottenuta la diagnosi, gestire l’intolleranza al glutine richiede un piano alimentare adeguato che eviti il glutine senza compromettere la qualità nutrizionale della dieta.
Importanza di un supporto medico nella gestione dell’intolleranza al glutine
La gestione dell’intolleranza al glutine non è una sfida da affrontare da soli. Lavorare con un nutrizionista e altri professionisti della salute è fondamentale per assicurarsi di adottare una dieta bilanciata e completa.
Un esperto può aiutare a evitare le carenze nutrizionali e a mantenere una buona qualità della vita senza rinunciare al piacere del cibo. Inoltre, i professionisti possono guidarti nell’interpretazione dei test e nell’elaborazione di un piano alimentare su misura.
Consigli finali per un’alimentazione equilibrata senza glutine
Concludendo, seguire una dieta senza glutine non significa dover rinunciare a una nutrizione equilibrata.
Ecco alcuni suggerimenti pratici per mantenere una dieta sana e completa:
- Scegli fonti alternative di carboidrati e fibre come quinoa, riso integrale, grano saraceno e miglio.
- Integra nella tua dieta verdure ricche di fibre, legumi e frutta secca per assicurarti un apporto nutrizionale completo.
- Assicurati di consumare abbastanza vitamine del gruppo B, presenti in alimenti come uova, pesce e legumi, per evitare carenze derivanti dall’esclusione di cereali contenenti glutine.
Con attenzione e una guida professionale, è possibile condurre uno stile di vita sano e appagante anche con l’intolleranza al glutine.
Nel momento in cui mi sono vista allo specchio in un negozio e a casa successivamente ho pianto, ho visto in questo studio la possibilità di cambiare e dare una svolta alla mia vita! È vero che la porta la apriamo noi per primi, ma la chiave mi è stata data dalla dottoressa Mabilia! Il suo entusiasmo mi ha trascinata fino in fondo al mio percorso e mi ha fatto raggiungere il mio obiettivo..non solo ho perso peso ma ho imparato a mangiare e a capire meglio il cibo! GRAZIE DEL SUPPORTO E GRAZIE SEL PERCORSO FATTO INSIEME
Mi sono rivolta a Nutrizione Sana per perdere qualche kg, 4 mesi dopo ho terminato il mio percorso con la convinzione che ad ognuno di noi dovrebbe essere insegnato come mangiare in modo "sano e equilibrato" perché, oltre ai 9 kg in meno, i benefici sono andati ben oltre il lato estetico: dal dormire meglio alla riduzione degli sbalzi d'umore, dal perenne senso di sazietà al cibo come vero piacere. Se il termine "dieta" può far paura e viene spesso associato alla privazione, allora possiamo parlare di "rieducazione alimentare" in quanto è stato questo il fine ultimo del mio percorso: come si suol dire "non sembrava di essere a dieta". Certo l'aiuto di un professionista non è sufficiente ed è necessaria - come sempre - una gran forza di volontà per raggiungere i propri obiettivi. Tuttavia credo che aver accanto il giusto professionista sia fondamentale e, sotto questo profilo, la dott.ssa Doriana Magliocca è stata la mia "giusta professionista": ha cercato di soddisfare (in tempi record) tutte le mie richieste rispettando, per di più, le mie tempistiche e le mie esigenze.
Mi sono rivolta alla Dottoressa Enrica Rampazzo a gennaio 2024 a causa di diversi chili di troppo accumulati nel tempo. Mi sto avvicinando al mio giusto peso senza troppe privazioni. Il piano alimentare è costruito sui miei ritmi, i miei gusti e le mie abitudini. È una “dieta” facilmente sostenibile ma efficace. Con Enrica mi sento seguita e capita. Mi ascolta, mi corregge e mi sostiene. Mi sembra quasi di chiacchierare con un’amica. Consigliatissima!
Esperienza molto positiva, sono stato seguito dalla dottoressa Enrica Rampazzo per problemi di intolleranza al lattosio e intestino sempre infiammato. Dopo solo un mese, seguendo il suo piano alimentare, avevo già visto dei grossi benefici.
Esperienza super consigliata! Ho iniziato il mio percorso ad Aprile 2024 e posso dire di aver raggiunto gli obiettivi stabiliti con serenità senza troppe rinunce ma imparando a mangiare bene. Sono seguita dalla Dottoressa Chiara Brugnolaro, molto gentile, attenta alle esigenze e alle abitudini e disponibile per ogni chiarimento e dubbio.
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