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La steatosi epatica non alcolica
La steatosi epatica non alcolica è una patologica caratterizzata da un aumento di lipidi a livello del fegato non associato al consumo di alcool, con eventuale presenza di infiammazione che ci permette di distinguerla dalla steatoepatite non alcolica, ovvero una condizione clinica aggravata dove è presente un danno al livello del fegato.
I principali fattori che aumentano il rischio di insorgenza di questa patologia sono correlati all’insulina resistenza e alle sue manifestazioni: sovrappeso/obesità, aumenti di grasso viscerale, presenza di diabete mellito di tipo 2 e aumento di lipidi nel sangue.
A causa dell’elevata associazione con la presenza della sindrome metabolica, si è arrivati ad un cambio di nomenclatura, rinominandola “steatosi epatica metabolica”.
L’alimentazione anche in questi casi riveste un ruolo importante: infatti, una dieta sbilanciata, ricca di carboidrati raffinati, fruttosio e grassi saturi contribuisce allo sviluppo di questa patologia.
Cosa fare? Stile di vita sano e corretta alimentazione!
Il primo step in questi casi prevede un cambiamento dello stile di vita che consiste in:
– sana alimentazione
– buona idratazione
– attività fisica
Esiste una dieta specifica?
Secondo le linee guida dell’ ESPEN-European Society for Clinical Nutrition and Metabolism una dieta ipocalorica, accompagnata da una buona attività fisica, con lo scopo di determinare una perdita di peso nei soggetti sovrappesi/obesi, determina un miglioramento della steatosi epatica e della condizione dell’insulina resistenza oltre a migliorare gli indici riguardanti gli enzimi epatici e l’istologia.
Al contrario, nei soggetti normopeso una dieta normocalorica, sempre accompagnata da un’adeguata attività fisica, migliora la resistenza insulinica e la condizione di steatosi.
La scelta degli alimenti se si ha steatosi epatica
Per quanto riguarda la scelta degli alimenti: ad oggi è noto che una dieta poco equilibrata che eccede di grassi saturi, quindi con un elevato consumo di carne, salumi, formaggi e uova, carboidrati raffinati (e quindi non integrali) e fruttosio risulta spesso associata all’insorgenza di questa patologia.
Ciò che prevede la dieta mediterranea risulta essere la scelta migliore, poiché in grado di determinare un miglioramento della steatosi e di ridurre la sensibilità all’insulina, oltre a prevenire l’insorgenza di malattie che a loro volta contribuiscono allo sviluppo della steatosi epatica non alcolica.
Nello specifico: l’utilizzo di olio extravergine di oliva come condimento, il consumo di cereali integrali, frutta e verdura di stagione, pesce e legumi, il consumo moderato di carne e salumi, latte e derivati.