La dieta chetogenica nasce negli anni ’20 del Novecento come protocollo terapeutico nel trattamento di alcune problematiche di tipo neurologico, soprattutto nell’epilessia. Si cominciò a parlare di vera e propria dieta chetogenica quando si scoprì che, eliminando i carboidrati dalla dieta, si potevano mimare gli effetti metabolici del digiuno e che tale approccio alimentare potesse essere utilizzato per il trattamento delle epilessie farmaco-resistenti.
La dieta chetogenica, infatti, consiste in un regime alimentare ipocalorico in cui i carboidrati sono mantenuti molto bassi. La premessa su cui si basa questo tipo di dieta è la capacità del nostro organismo di utilizzare con grande efficacia le riserve lipidiche quando la disponibilità di carboidrati viene notevolmente ridotta. Questa via metabolica alternativa porta alla produzione dei cosiddetti “corpi chetonici” come fonte energetica, condizione definita “chetosi”.
Differenza tra dieta Mediterranea e dieta chetogenica
Mentre una “classica” Dieta Mediterranea prevede un apporto calorico suddiviso in 55-60% per i carboidrati, 15-20% per le proteine e 20-25% per i grassi, nella dieta chetogenica le percentuali sono molto diverse, infatti, mediamente i carboidrati costituiranno un 5-10%, le proteine un 25- 35% e i grassi aumentano a 65-70%.
La dieta chetogenica non va confusa con la dieta iperproteica (una quantità troppo alta di proteine può comportare all’uscita dello stato di chetosi) e non è quindi dannoso per la funzionalità renale.
La condizione di Chetosi
La condizione di chetosi che si instaura in seguito a una dieta ben elaborata comporta una serie di adattamenti che sono molto simili a quelli che si hanno durante un digiuno prolungato, con una differenza molto importante: durante il digiuno l’organismo dà fondo a tutte le proprie scorte, andando ad intaccare anche la componente proteica, che viene invece risparmiata durante la dieta chetogenica, grazie all’apporto di proteine e lipidi garantito dai pasti. Grazie ad una chetogenica si riescono così a raccogliere molti dei positivi effetti legati agli adattamenti al digiuno, evitandone le conseguenze più spiacevoli.
Quali benefici apporta la dieta chetogenica sulla salute?
- – effetti neuro-protettivi in patologie quali Alzheimer, Parkinson, Sclerosi multipla. I corpi chetonici sono in grado di ridurre la neuro infiammazione, potenziando la funzionalità mitocondriale;
- – migliore equilibrio del microbiota intestinale;
- – regolazione di iperglicemia e di resistenza insulinica;
- – dimagrimento (essendo una dieta ipocalorica e sbilanciata verso i grassi, in assenza di zucchero l’organismo sarà costretto a bruciare le riserve lipidiche per produrre energia, mantenendo preservata la massa muscolare con un adeguato apporto proteico);
- – maggiore concentrazione ed energia;
Lo stato di chetosi che si instaura in condizioni fisiologiche va ben distinto dalla condizione problematica di chetoacidosi diabetica. In una condizione fisiologica (individui sani) la chetonemia (concentrazione di corpi chetonici nel sangue) non va mai oltre valori che potrebbero risultare pericolosi, perché gli stessi corpi chetonici regolano la loro produzione attraverso una serie di meccanismi gestiti dall’insulina.
La chetoacidosi diabetica si instaura nel momento in cui c’è una problematica di secrezione insulinica, in cui i corpi chetonici non si riescono ad auto-gestire e può così subentrare un disequilibrio del sistema tampone dell’organismo, con conseguenze pericolose per la salute dell’individuo.
La dieta chetogenica è, quindi, un piano nutrizionale fortemente sbilanciato verso i grassi ma che ha obiettivi ben precisi. Ha aspetti positivi e negativi e va valutata e pianificata attentamente da un professionista qualificato (in uno degli articoli seguenti troverai informazioni più dettagliate inerenti alla figura professionale a cui affidarsi per questo tipo di dieta).