Partiamo col dire che il nostro corpo non è definibile “semplice organismo” ma piuttosto “Superorganismo”. Il corpo umano oltre ad essere un sistema complesso dal punto di vista anatomico e fisiologico è anche un ecosistema abitato interamente da una comunità di microbi: il microbiota umano. Batteri, virus, lieviti, funghi e parassiti sono solo alcuni dei microrganismi che ci colonizzano fin dalla nascita e ci accompagnano per tutta la vita (Davenport et al., 2017, The human microbiome in evolution, BMC biology).
Tali microrganismi s’instaurano praticamente in ogni superficie del corpo umano, ad eccezione del sistema circolatorio e del sistema nervoso centrale. Dalla pelle al cavo orale, dal tratto respiratorio al tratto urogenitale e gastrointestinale: ogni distretto corporeo è dotato di un proprio microbiota, dinamico e mutevole, caratterizzato dalla presenza predominante di alcuni microbi con ruoli specifici. Essi sono capaci di influenzare dal punto di vista funzionale tessuti e organi diversi.
Il tratto gastrointestinale è uno degli organi più densamente colonizzato da microrganismi.
La complessa comunità di microbi che risiedono in esso o che lo attraversano è indicata come microbiota intestinale o più comunemente flora intestinale.
La sua composizione ed architettura, le sue funzioni e il suo impatto sulla salute dell’ospite sono stati ampiamente studiati e indagati negli ultimi anni. In particolar modo la ricerca si è focalizzata prevalentemente sui batteri, il gruppo predominante. Si stima che l’intestino sia caratterizzato da una massa di batteri di 1,2 kg.
Ciò che è certo è che non esiste una singola composizione ottimale del microbiota intestinale, questo perché ogni individuo è diverso da un altro. Complessivamente l’intestino ospita un vero e proprio ecosistema in cui una moltitudine di batteri convivono ed interagiscono con l’organismo ospite.
Tra l’uomo e i batteri intestinali esiste una relazione vantaggiosa di scambio reciproco.
L’intestino offre ai microbi una temperatura stabile, la mancanza di ossigeno e vari nutrienti necessari per vivere.
La popolazione di microbi invece svolge 3 funzioni importantissime per noi:
- funge da barriera e produce composti antibatterici che ci proteggono dai patogeni oltre a stimolare l’attivazione del sistema immunitario al momento giusto (funzione protettiva)
- contribuisce al mantenimento dell’integrità del tessuto che costituisce l’intestino e sostiene la crescita delle cellule del tratto gastrointestinale (funzione strutturale)
- promuove l’assorbimento da parte dell’intestino di moltissime sostanze nutritive oltre a produrre vitamine K e B, enzimi utili alla digestione e acidi grassi a catena corta (SCFAs) aventi differenti conseguenze salutari per il tratto intestinale (funzione metabolica)
I microbi intestinali benefici riescono a colonizzare l’intestino e svolgere queste funzioni soltanto se continuiamo a fornire loro le fibre solubili della frutta e della verdura!
Ecco spiegato perché la dieta mediterranea, caratterizzata da cibi non raffinati e dall’apporto di 5 porzioni tra frutta e verdura, contribuisce al benessere del nostro intestino… e non solo!
Si pensi che alcune molecole prodotte dai microbi intestinali, come il butirrato, oltre ad agire sul tratto gastrointestinale sono in grado di raggiungere altri organi come cervello, cuore, fegato e reni favorendo effetti benefici antinfiammatori, anti-carcinogeni e neuro-protettivi (Riviere et al., 2016, Bifidobacteria and Butyrate-Producing Colon Bacteria: Importance and Strategies for Their Stimulation in the Human Gut. Frontiers in microbiology).
È indispensabile quindi promuovere la formazione di una buona flora intestinale di base e tutelarne il suo equilibrio perché essa ci protegge dalle malattie del progresso e ci permette di mantenere uno stato di salute ottimale nel tempo!