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Il gonfiore addominale è un disturbo che interessa, in modo più o meno grave, una grande fetta di pazienti che vengono da noi in studio.
“Dottoressa, ho la pancia che sembra sempre un palloncino”;
“mi si gonfia la pancia con qualsiasi cosa io mangi”;
“non voglio dimagrire ma solo sgonfiarmi”.
Queste sono le tipiche frasi di pazienti che soffrono di questa problematica, più o meno importante, fino in qualche caso ad arrivare ad essere invalidante per la vita di tutti i giorni.
Spesso, per usanza comune, si prova a ridurre quasi totalmente i carboidrati dalla dieta, perché “si sa che la pasta e il pane gonfiano!” Ma in questo modo il problema rimane o si riduce solo in piccola parte o per un breve periodo; infatti basta una pizza, un pasto un po’ diverso dal solito o l’aumento del consumo di verdure per placare la fame, che il gonfiore ritorna.
Quali sono le cause del gonfiore addominale
Prima di vedere quali possono essere gli alimenti si e no in caso di gonfiore addominale, è sempre importante indagare su quale possa esserne la causa:
- alimentazione squilibrata, poco sana, ricca in bibite gassate, alcolici, cibi industriali confezionati o già pronti;
- pasti molto abbondanti con conseguente difficoltà di digestione e non ben frazionati nell’arco della giornata;
- sbalzi ormonali e quindi aumento di liquidi corporei transitori (es. gonfiore da ciclo mestruale);
- intolleranza al lattosio o celiachia non diagnosticate;
- disbiosi intestinale, cioè alterazione della flora microbica intestinale a favore di batteri non benefici per l’intestino;
- patologie da indagare: colon irritabile, morbo di crohn, rettocolite ulcerosa, infezioni ecc..
Se il problema persiste dopo aver corretto una dieta e l’eventuale stile di vita sregolato, si passa ad attuare delle piccole correzioni nella preparazione o consumo dei cibi:
- Utilizzare i legumi decorticati e cioè privati della buccia: questa infatti contiene catene di oligosaccaridi che non vengono digeriti nell’intestino né degradati con la cottura e possono causare fastidiosi gas intestinali. Tra i legumi decorticati vi sono ad esempio le lenticchie rosse decorticate. Inoltre è sempre bene utilizzare prima della cottura, l’ammollo in acqua tiepida per almeno 24 h, cambiando spesso l’acqua.
Si consiglia inoltre si cucinare i legumi insieme all’alloro, ai semi di finocchio o all’alga kombu che con le loro proprietà anti-gonfiore limiteranno la problematica e, una volta cotti, passarli con il passaverdure (no minipimer poiché ingloba aria) per trattenere parte delle bucce ed avere così una vellutata o passato.
- Sbucciare la frutta, poiché ricca di fibra fermentescibile a livello intestinale (pectina) e consumarla lontano dai pasti.
- Limitare le verdure verdi a foglia larga come insalata iceberg, gentile, cavolo, cappuccio, broccolo, verze ecc… e preferire la valerianella, il radicchio rosso tardivo, rucola, cicoria e ancora zucchine, finocchi, carote, cetrioli ecc.. Attenzione perché anche troppa verdura causa gonfiore!
- Evitare gli zuccheri semplici e i dolcificanti artificiali (fruttosio, sorbitolo, mannitolo)
- Alternare i cereali integrali con quelli semi-integrali o raffinati
- Evitare di consumare il latte troppo caldo, in quanto il lattosio in esso contenuto subisce la trasformazione chimica in lattulosio, uno zucchero che ha azione osmotica e lassativa, con richiamo di liquidi e possibile gonfiore o dolore addominale.
- Ridurre gli alimenti con molecole irritanti per la mucosa intestinale: pomodori, melanzane, peperoni, patate (che contengono solanina), caffè, cacao, alcolici, formaggi fermentati, cibi piccanti, cipolle.
- Evitare le carni rosse molto grasse, di più difficile digestione
Se invece il disturbo è maggiore o i precedenti consigli non hanno avuto efficacia, si può procedere con il limitare/escludere, per un periodo di tempo accordato, anche altre tipologie di alimenti quali:
- cereali contenenti glutine quali grano, orzo, farro, segale, e preferire il riso, il mais, il grano saraceno, la quinoa, l’amaranto, il miglio ecc.. Il glutine deve essere completamente eliminato per il celiaco, e molto ridotto in un primo momento anche in caso di disturbi addominali più importanti, come ad esempio un malassorbimento intestinale;
- lattosio contenuto nel latte e nei formaggi freschi e semi-freschi (mozzarella, ricotta, caciotta ecc..). È possibile continuare a consumare quelli più stagionati anche se in piccole quantità e se ben tollerati, poichè sono quasi completamente privi di lattosio, oppure latte e formaggio con la dicitura “senza lattosio”, ormai molto comuni in commercio.
Utilizzare tisane a base di piante o vegetali con proprietà digestive e rilassanti potrebbe aiutare contro il gonfiore: alcune sono a base di liquirizia, rabarbaro, camomilla, melissa, finocchio, anice, malva.
Quando il gonfiore addominale è persistente e spesso associato anche ad altri disturbi correlati (diarrea/stipsi, sindrome del colon irritabile ecc..) si utilizzano protocolli dietetici specifici come lo è la dieta LOW FODMAP (Low fermentable oligosaccharides disaccharides monosaccharides and polyols, ovvero dieta a basso contenuto di oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) che elimina nella sua prima fase molti degli alimenti o parti di essi sopra citati, per poi iniziare una delicata fase di reinserimento progressivo, monitorando i sintomi.
È importante nella fase di “eliminazione” di questi alimenti, sostenere e riparare la mucosa e la flora intestinale attraverso l’utilizzo di mirati protocolli di integrazione, primi fra tutti l’utilizzo di probiotici.
Visto il delicato e specifico approccio è bene non eliminare i suddetti alimenti in maniera autonoma perché potrebbe non essere necessario per la problematica soggettiva, oppure essere difficile mantenere comunque un regime alimentare completo e bilanciato in tutti i suoi nutrienti.
È fondamentale affidarsi sempre a noi specialisti per avere una dieta specifica e capire come combattere il gonfiore intestinale.