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Gestire la Dispepsia: Alimentazione e Consigli per una Digestione Serena

Cos'è la dispepsia

Ciao, sono la Dr.ssa Enrica Rampazzo, sono laureata in Biotecnologie Farmaceutiche e ho lavorato per sedici anni come assistente di ricerca oncologica. Dopo aver frequentato un Master in “Qualità e Sicurezza degli alimenti”, un corso di Alta Formazione in “Nutrigenomica Nutrigenetica ed Epigenetica” e svariati affiancamenti con medici e specialisti, attualmente lavoro come Biologa Nutrizionista nel team di Nutrizione Sana.

Mi occupo di Nutrizione Funzionale in diverse patologie inerenti a disbiosi e patologie gastrointestinali, obesità, intolleranze alimentari, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni, disturbi dell’umore e disturbi dello spettro autistico.

Tabella dei Contenuti

Cos’è la Nutrizione Funzionale?

La Nutrizione Funzionale è un approccio multidisciplinare che si concentra sull’identificazione delle cause delle patologie per poi attuare interventi nutrizionali ed integrazione nutraceutica mirata. Questo metodo punta a ridurre l’uso di farmaci, ristabilendo l’equilibrio fisiologico e psicofisico del paziente. L’approccio utilizza alimenti di alta qualità e fitonutrienti, insieme a integrazioni nutraceutiche mirate, per correggere squilibri clinici e promuovere una salute ottimale. 

Diversamente dalla medicina convenzionale, che spesso si focalizza solo sui sintomi, la Nutrizione Funzionale mira a trattare le cause delle patologie e a considerare la persona nella sua totalità, considerando corpo, mente e spirito come un sistema interconnesso. Questo approccio è particolarmente efficace nella gestione delle patologie croniche, dove la medicina tradizionale può risultare meno efficace. 

Un esempio classico è la gestione del reflusso esofageo, dove la medicina tradizionale blocca la produzione di acido attraverso i farmaci, ma senza indagare sulle cause dell’infiammazione. Al contrario, la Nutrizione Funzionale cerca di comprendere e risolvere la causa del problema, riducendo il rischio di effetti collaterali associati ai farmaci.

L’obiettivo è favorire un recupero più naturale e duraturo, evitando che la cura dei sintomi causi complicazioni ulteriori. In questo modo, si mira a promuovere un benessere complessivo e a migliorare la salute a lungo termine, sia per chi è malato che per chi desidera prevenire malattie e invecchiare in modo sano. 

Disturbi della digestione

Cos'è la dispepsia

La dispepsia è un termine medico che descrive un insieme di sintomi associati a difficoltà nella digestione. Questi sintomi possono includere dolore o fastidio nella parte superiore dell’addome, gonfiore, sensazione di sazietà precoce durante i pasti, bruciore di stomaco, nausea, e in alcuni casi, eruttazione.

La dispepsia può essere causata da diverse condizioni, tra cui ulcere gastriche, reflusso gastroesofageo, infezioni come quella da Helicobacter pylori, sovracrescita batterica del piccolo intestino (SIBO), fattori come stress, cattiva alimentazione, intolleranze alimentari o uso di determinati farmaci. In molti casi, tuttavia, non si trova una causa specifica, e si parla allora di dispepsia funzionale.

Il trattamento della dispepsia dipende dalla causa sottostante e può includere modifiche dietetiche, farmaci per ridurre l’acidità gastrica, o trattamenti per infezioni specifiche. Nelle forme funzionali, si possono adottare strategie per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente.

Disturbi della digestione

I disturbi della digestione si riferiscono a una varietà di sintomi e condizioni che interferiscono con il normale processo digestivo, causando disagio o difficoltà nel digerire il cibo. Questi disturbi possono manifestarsi in diverse parti del tratto gastrointestinale, inclusi lo stomaco, l’intestino tenue e l’intestino crasso.

Tra i disturbi digestivi più comuni rientrano: 

Dispepsia Include sintomi come dolore addominale superiore, gonfiore, bruciore di stomaco, nausea e sensazione di pienezza precoce.
Reflusso gastroesofageo (GERD) Si verifica quando l’acido dello stomaco risale nell’esofago, causando bruciore di stomaco e rigurgito.
Sindrome dell’intestino irritabile (IBS) Una condizione cronica caratterizzata da dolore addominale, crampi, gonfiore e alterazioni nelle abitudini intestinali (diarrea, stitichezza o alternanza di entrambe).
Intolleranze alimentari Difficoltà a digerire certi alimenti, come il lattosio, il glutine o il nichel, che possono causare gonfiore, gas, diarrea o altri sintomi.
Ulcere gastriche o duodenali Lesioni nella mucosa dello stomaco o del duodeno, che possono provocare dolore addominale, nausea e vomito.
Gastrite Infiammazione della mucosa gastrica, che può causare dolore, nausea e indigestione.
Stipsi Difficoltà a evacuare regolarmente, spesso accompagnata da feci dure e dolori addominali.

Questi disturbi possono essere temporanei o cronici, essere tra loro correlati e le loro cause variano da infezioni, stress, cattive abitudini alimentari, fino a condizioni mediche più gravi. Il trattamento dipende dalla causa specifica e può includere modifiche nello stile di vita, dieta, farmaci o, in alcuni casi, interventi chirurgici.

Reflusso gastroesofageo (GERD)

 

Il reflusso esofageo, noto anche come malattia da reflusso gastroesofageo (GERD), è una condizione in cui il contenuto dello stomaco, inclusi acido e cibo parzialmente digerito, risale nell’esofago. 

L’esofago è il tubo che collega la bocca allo stomaco, e normalmente c’è una valvola, chiamata sfintere esofageo inferiore, che si apre per permettere al cibo di passare nello stomaco e poi si chiude per evitare che il contenuto dello stomaco risalga.

 

Nel caso del reflusso esofageo, questa valvola non funziona correttamente o è troppo debole, permettendo all’acido gastrico di risalire nell’esofago. Questo può causare una serie di sintomi, tra cui:

Bruciore di stomaco Una sensazione di bruciore che si irradia dal petto fino alla gola.
Rigurgito Risalita di acido o cibo dallo stomaco verso la bocca.
Dolore toracico Può essere confuso con un attacco di cuore, ma è legato al reflusso.
Difficoltà a deglutire Sensazione di avere qualcosa bloccato in gola.
Tosse cronica O peggioramento di asma a causa dell’irritazione delle vie aeree.
Nausea Soprattutto dopo i pasti.

Il reflusso esofageo può essere aggravato da alcuni fattori come il consumo di cibi grassi o piccanti, il sovrappeso, il disequilibrio della flora batterica intestinale (disbiosi), il fumo, l’alcol, e il mangiare troppo vicino all’ora di andare a letto e lo stress.

 

Il trattamento del reflusso esofageo varia in base alla gravità dei sintomi e può includere cambiamenti delle abitudini alimentari e dello stile di vita, farmaci che riducono la produzione di acido nello stomaco, e in alcuni casi, interventi chirurgici per rafforzare lo sfintere esofageo. Se non trattato, il reflusso esofageo può portare a complicazioni, come l’esofagite (infiammazione dell’esofago) o l’esofago di Barrett, una condizione precancerosa.

Cause della Dispepsia 

La dispepsia può essere causata da una varietà di fattori, che possono essere suddivisi in cause organiche (legate a specifiche condizioni mediche) e cause funzionali (quando non è possibile identificare una causa evidente). Ecco alcune delle principali cause della dispepsia:

Cause Organiche

Malattie gastroesofagee Il reflusso gastroesofageo (GERD) è una delle cause comuni, in cui l’acido dello stomaco risale nell’esofago causando irritazione e sintomi di dispepsia.
Ulcera peptica Ulcere nello stomaco o nel duodeno possono provocare dolore e sintomi digestivi.
Gastrite Infiammazione della mucosa dello stomaco, spesso causata da infezioni (come quella da Helicobacter pylori), uso prolungato di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), o alcol.
Malattie della cistifellea Calcoli biliari o infiammazioni della cistifellea possono causare sintomi simili alla dispepsia.
Pancreatite Infiammazione del pancreas che può causare dolore addominale e dispepsia.
Cancro gastrico o esofageo Anche se meno comune, tumori dello stomaco o dell’esofago possono provocare dispepsia, soprattutto se associati a perdita di peso e difficoltà a deglutire.

Cause Funzionali

Dispepsia funzionale Si riferisce a casi in cui non è possibile identificare una causa organica specifica. Questo tipo di dispepsia è spesso legata a fattori come stress, ansia, e ipersensibilità dello stomaco.
Disturbi della motilità gastrointestinale e/o disbiosi Disfunzioni nella motilità dello stomaco o dell’intestino, come il rallentamento dello svuotamento gastrico (gastroparesi), la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), o la sovracrescita batterica del piccolo intestino (SIBO), possono causare sintomi di dispepsia.
Intolleranze alimentari Intolleranze come quella al lattosio, al glutine o al nichel, possono provocare sintomi di dispepsia dopo il consumo di certi alimenti.
Uso di farmaci Alcuni farmaci, come anti-infiammatori non steroidei (FANS), antibiotici, e alcuni tipi di antidepressivi, possono irritare lo stomaco e causare dispepsia.
Abitudini alimentari Mangiare troppo velocemente, eccesso di cibi grassi, speziati, o acidi, e il consumo eccessivo di alcol possono contribuire a sintomi di dispepsia.
Stress e ansia Fattori psicologici possono alterare l’asse intestino-cervello ed influenzare la funzione gastrointestinale, aggravando o causando sintomi di dispepsia.
Fumo Il fumo può irritare lo stomaco e peggiorare i sintomi di dispepsia.
Obesità L’eccesso di peso può aumentare la pressione sull’addome, contribuendo al reflusso e alla dispepsia.

Relazione tra “stress”, disbiosi, alterazione dell’asse intestino-cervello e dispepsia.

 

L’asse intestino-cervello è una complessa rete di comunicazione bidirezionale tra il cervello e il sistema nervoso enterico, che coinvolge il microbiota intestinale, ovvero  l’insieme di miliardi di microrganismi, principalmente batteri, che vivono nel nostro intestino. Il microbiota gioca un ruolo chiave nella regolazione di funzioni digestive e immunitarie, influenzando anche lo stato emotivo e la risposta allo stress.

 

Alterazioni del microbiota intestinale (disbiosi) possono inviare segnali al cervello che amplificano la percezione del dolore, del disagio o dell’ansia, contribuendo ai sintomi della dispepsia. Allo stesso modo, lo stress e le emozioni negative possono alterare la composizione del microbiota, influenzando la digestione e peggiorando la dispepsia.

 

Questo stretto legame suggerisce che il trattamento della dispepsia debba considerare non solo i sintomi fisici, ma anche il mantenimento di un microbiota sano e la gestione dello stress da un punto di vista olistico. Interventi come la dieta, l’uso di probiotici e la riduzione dello stress possono migliorare la salute intestinale e, di conseguenza, ridurre i sintomi della dispepsia attraverso un’influenza positiva sull’ asse intestino-cervello.

 

Relazione tra sovracrescita batterica del piccolo intestino (SIBO) e dispepsia

 

Tra le diverse tipologie di disbiosi intestinale, la SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth) risulta spesso strettamente correlata alla dispepsia.

La SIBO è una condizione in cui si sviluppa una crescita eccessiva di batteri nell’intestino tenue, un’area che normalmente ospita solo una piccola quantità di batteri rispetto al colon. Questa proliferazione batterica può interferire con la normale digestione e assorbimento dei nutrienti, portando a una serie di sintomi gastrointestinali. Quando i batteri in eccesso fermentano i carboidrati non digeriti nell’intestino tenue, producono gas e sostanze che irritano la mucosa intestinale, causando i sintomi tipici della dispepsia. Inoltre, la SIBO può compromettere la motilità intestinale, contribuendo ulteriormente alla sensazione di pienezza e al disagio addominale tipico della dispepsia.

In sintesi, la SIBO può essere sia una causa che un fattore aggravante della dispepsia, e trattare la SIBO può spesso portare a un miglioramento significativo dei sintomi dispeptici. Il trattamento della SIBO può avvenire attraverso la terapia classica come gli antibiotici  o può essere affrontata attraverso nutrizione funzionale con l’utilizzo di oli essenziali, nutraceutici e probiotici specifici.

Alimentazione per la Dispepsia

Un’alimentazione mirata può aiutare a gestire i sintomi della dispepsia (indigestione) riducendo il disagio e migliorando la digestione. Ecco alcuni consigli dietetici per chi soffre di dispepsia:

Pasti leggeri e frequenti
Piccole porzioni Mangiare pasti più piccoli ma più frequenti può ridurre il carico sullo stomaco, facilitando la digestione e prevenendo la sensazione di pienezza eccessiva.
Masticazione lenta Masticare bene e mangiare lentamente aiuta a migliorare la digestione, riducendo il rischio di indigestione.
Alimenti facili da digerire
Cibi poveri di grassi Alimenti come carni magre, pesce, pollo senza pelle e latticini a basso contenuto di grassi sono più facili da digerire rispetto ai cibi grassi e fritti.
Cibi cotti e morbidi Verdure cotte, patate senza buccia, riso, e frutta cotta o matura sono generalmente ben tollerati.
Limitare gli alimenti irritanti
Cibi piccanti Possono irritare la mucosa gastrica e peggiorare i sintomi della dispepsia.
Cibi acidi Agrumi, pomodori e altri alimenti acidi possono aumentare il bruciore di stomaco e l’indigestione.
Bevande gassate e alcoliche Possono causare gonfiore, aumentare la produzione di acido e peggiorare la dispepsia.
Evitare i cibi che aumentano l’acidità
Caffè e tè La caffeina può stimolare la produzione di acido nello stomaco, aggravando i sintomi.
Cioccolato Contiene teobromina, che può rilassare lo sfintere esofageo inferiore e favorire il reflusso.
Alimenti ricchi di menta La menta può rilassare lo sfintere esofageo, favorendo il reflusso e l’indigestione.
Bere adeguatamente
Acqua Bere acqua durante i pasti in piccole quantità può aiutare la digestione, ma è meglio evitare grandi quantità di liquidi che possono diluire i succhi gastrici.
Tisane Alcune tisane, come quelle al finocchio, camomilla o zenzero, possono calmare lo stomaco e migliorare la digestione.
Preferire cotture leggere
Cottura a vapore, alla griglia o al forno Questi metodi di cottura preservano i nutrienti e riducono il contenuto di grassi, rendendo i cibi più digeribili.
Evitare fritti e cibi troppo elaborati I cibi fritti possono essere pesanti da digerire e peggiorare la dispepsia.
Evitare pasti abbondanti prima di coricarsi
Non mangiare prima di andare a letto Aspettare almeno 2-3 ore dopo il pasto prima di coricarsi può ridurre il rischio di reflusso e indigestione notturna.
Identificare e ridurre gli alimenti scatenanti
Diario alimentare Tenere traccia degli alimenti consumati e dei sintomi può aiutare a identificare quali cibi peggiorano la dispepsia, in modo da poterli evitare.
Incorporare alimenti ricchi di fibre con moderazione
Fibre solubili Alimenti come avena, mele, e carote possono essere utili, ma è importante non esagerare con le fibre se causano gonfiore o disagio.
Ridurre lo stress
Mangiare in un ambiente rilassato Ridurre lo stress durante i pasti può migliorare la digestione e ridurre i sintomi di dispepsia.

Un’alimentazione equilibrata e consapevole può aiutare a gestire la dispepsia, migliorando il comfort digestivo e riducendo i sintomi. È sempre consigliabile consultare un medico o un dietista per un piano alimentare personalizzato.

Esempi di menù per una digestione serena

Ecco alcuni esempi di menù giornalieri pensati per gestire la dispepsia, mantenendo una dieta equilibrata e favorendo una buona digestione:

Menù 1:

Colazione:

  • Porridge di avena con latte di mandorla e una banana matura a fette.
  • Tisana alla camomilla.

Spuntino:

  •  Una mela sbucciata a fettine.

Pranzo:

  • Filetto di pollo alla griglia con riso integrale e carote al vapore.
  • Un’insalata leggera di lattuga e cetriolo condita con un filo d’olio extravergine di oliva.

Spuntino pomeridiano:

  • Yogurt magro naturale con una piccola manciata di mirtilli.

Cena:

  • Zuppa di verdure (patate, zucchine, carote) con un filo d’olio d’oliva.
  • Pane integrale tostato.
  • Una fetta di melone o pera matura.

Menù 2:

Colazione:

  • Toast integrale con ricotta e un cucchiaio di miele.
  • Tisana al finocchio.

Spuntino:

  • Una pera matura.

Pranzo:

  • Filetto di pesce (come merluzzo o sogliola) cotto al forno con erbe aromatiche.
  • Purea di patate e fagiolini al vapore.
  • Un’insalata di finocchi condita con olio d’oliva e limone.

Spuntino pomeridiano:

  • Una fetta di pane integrale con un velo di marmellata senza zuccheri aggiunti.

Cena:

  • Omelette con spinaci e formaggio magro.
  • Insalata di lattuga e carote grattugiate condita con un filo d’olio d’oliva.
  • Una mela cotta al forno con cannella.

Menù 3

Colazione:

  • Toast integrale con ricotta e un cucchiaio di miele.
  • Tisana al finocchio.

Spuntino:

  • Una pera matura.

Pranzo:

  • Filetto di pesce (come merluzzo o sogliola) cotto al forno con erbe aromatiche.
  • Purea di patate e fagiolini al vapore.
  • Un’insalata di finocchi condita con olio d’oliva e limone.

Spuntino pomeridiano:

  • Una fetta di pane integrale con un velo di marmellata senza zuccheri aggiunti.

Cena:

  • Omelette con spinaci e formaggio magro.
  • Insalata di lattuga e carote grattugiate condita con un filo d’olio d’oliva.
  • Una mela cotta al forno con cannella.

Menù 4:

Colazione:

  • Fette biscottate integrali con ricotta e marmellata senza zuccheri aggiunti.
  • Tisana alla melissa.

Spuntino:

  • Un kiwi maturo.

Pranzo:

  • Pasta integrale con zucchine e gamberi, condita con un filo d’olio d’oliva.
  • Un’insalata verde con pomodori e cetrioli.

Spuntino pomeridiano:

  • Una manciata di noci o mandorle non salate.

Cena:

  • Risotto con asparagi.
  • Un’insalata di spinaci condita con olio d’oliva e limone.
  • Una fetta di anguria.

Menù 5:

Colazione:

  • Smoothie con banana, latte di riso, e una manciata di spinaci freschi.
  • Tisana alla camomilla.

Spuntino:

  • Un’arancia dolce e matura.

Pranzo:

  • Pollo arrosto con patate dolci e broccoli al vapore.
  • Un’insalata di carote e finocchi.

Spuntino pomeridiano:

  • Una fetta di pane integrale con hummus.

Cena:

  • Minestrone di verdure con fagioli.
  • Pane integrale tostato.
  • Una coppetta di fragole.

Consigli Aggiuntivi

Idratazione

Bevi acqua a piccoli sorsi durante la giornata, evitando grandi quantità durante i pasti.

Evitare cibi irritanti

Evita alimenti acidi, speziati, grassi e fritti, che possono peggiorare i sintomi della dispepsia.

Posizione dopo i pasti

Mantieniti in posizione eretta per almeno un paio d’ore dopo aver mangiato, per facilitare la digestione e prevenire il reflusso.

 

Questi menu possono essere personalizzati in base alle preferenze individuali e alle specifiche esigenze dietetiche. È sempre utile consultare un nutrizionista per un piano alimentare su misura.

Terapie convenzionali per la dispepsia: benefici e rischi

Le terapie convenzionali per la dispepsia mirano a ridurre i sintomi come  bruciore di stomaco, dolore addominale, gonfiore e nausea. Queste terapie possono includere farmaci di vario tipo, ciascuno con i suoi  potenziali effetti collaterali. Ecco una panoramica delle principali terapie convenzionali utilizzate per trattare la dispepsia e i loro effetti collaterali:

1. Inibitori della pompa protonica (IPP)

Gli inibitori della pompa protonica (IPP) sono farmaci ampiamente utilizzati per ridurre la produzione di acido gastrico e trattare condizioni come il reflusso gastroesofageo e le ulcere gastriche. Farmaci come omeprazolo, esomeprazolo e pantoprazolo sono noti per la loro efficacia nel fornire sollievo dai sintomi abbassando il pH gastrico. Tuttavia, l’uso a lungo termine degli IPP non è esente da rischi.

Le linee guida raccomandano di limitare l’uso degli inibitori della pompa protonica (IPP) ad un periodo di massimo 6-8 settimane, tuttavia è comune incontrare pazienti che li assumono continuativamente per anni. L’uso prolungato di IPP, soprattutto se supera i tre mesi, è stato associato a diverse complicazioni, tra cui carenze nutrizionali importanti come quelle di vitamina B12, calcio e magnesio, che possono aumentare il rischio di fratture ossee e infezioni da Clostridium difficile.

Inoltre, l’uso a lungo termine degli IPP è correlato a un incremento del rischio di sviluppare vari tipi di cancro, come quello gastrico, esofageo, colorettale e pancreatico, a causa di meccanismi come alterazioni del pH gastrico, modifiche nel microbiota intestinale e proliferazione patologica delle cellule enterocromaffini.

La ricerca scientifica ha anche esplorato il legame tra l‘uso prolungato di IPP e un aumento della presenza di Helicobacter pylori (H. pylori). Riducendo l’acidità gastrica, gli IPP possono creare un ambiente favorevole alla proliferazione di questo batterio, aumentando la colonizzazione e complicando ulteriormente le condizioni preesistenti, come la gastrite atrofica, con un conseguente rischio accresciuto di sviluppare cancro gastrico.

2. Antiacidi

 

Gli antiacidi sono uno dei rimedi più comuni utilizzati per il sollievo rapido dai sintomi della dispepsia, come il bruciore di stomaco e il disagio gastrico. Questi farmaci funzionano neutralizzando l’acido nello stomaco, offrendo un sollievo immediato ma temporaneo. Sono facilmente reperibili e spesso utilizzati per trattare sintomi occasionali. 

Tuttavia, l’uso frequente o prolungato degli antiacidi può portare a effetti collaterali. Gli antiacidi contenenti magnesio possono causare diarrea, mentre quelli a base di alluminio possono provocare costipazione. Inoltre, l’assunzione eccessiva di antiacidi può alterare l’equilibrio degli elettroliti nel corpo, portando a problemi più seri, come squilibri nel livello di calcio e magnesio.

 

3. H2-antagonisti

 

Gli H2-antagonisti sono un’altra classe di farmaci che riducono la produzione di acido gastrico, agendo in modo diverso rispetto agli IPP. Questi farmaci, come famotidina e cimetidina, bloccano i recettori dell’istamina nello stomaco, diminuendo così la quantità di acido prodotto. 

Gli H2-antagonisti sono efficaci per il trattamento della dispepsia lieve o moderata e sono spesso utilizzati quando i sintomi non sono così gravi da richiedere IPP. Gli effetti collaterali più comuni includono mal di testa, vertigini, e disturbi gastrointestinali come costipazione o diarrea

Inoltre, alcuni H2-antagonisti, in particolare la cimetidina, possono interferire con il metabolismo di altri farmaci, portando a potenziali interazioni farmacologiche. È quindi fondamentale informare il medico su tutti i farmaci in uso prima di iniziare un trattamento con H2-antagonisti.

4. Procinetici

 

I procinetici sono farmaci che migliorano la motilità dello stomaco e dell’intestino, facilitando lo svuotamento gastrico e alleviando sintomi come il gonfiore e la sensazione di pienezza precoce. 

Questi farmaci, come metoclopramide e domperidone, sono particolarmente utili in casi di dispepsia funzionale o di gastroparesi, dove il rallentamento dello svuotamento gastrico è un problema centrale. 

Tuttavia, i procinetici non sono privi di effetti collaterali significativi. Il metoclopramide, ad esempio, può causare sintomi extrapiramidali, come tremori e spasmi muscolari, specialmente se usato per lunghi periodi o a dosi elevate. Il domperidone, d’altra parte, è associato a un rischio aumentato di aritmie cardiache, in particolare nei pazienti anziani o con predisposizioni cardiache. Per questi motivi, l’uso di procinetici dovrebbe essere attentamente monitorato e limitato nel tempo.

 

5. Farmaci antispastici

 

I farmaci antispastici sono utilizzati per ridurre gli spasmi muscolari dell’apparato digerente, che possono essere responsabili del dolore addominale e del disagio associato alla dispepsia. 

Questi farmaci, come la butilscopolamina e la diciclomina, agiscono rilassando la muscolatura liscia dell’intestino, alleviando così il dolore. Sebbene siano efficaci nel fornire sollievo sintomatico, gli antispastici possono causare effetti collaterali come secchezza delle fauci, visione offuscata, costipazione e ritenzione urinaria

In alcuni pazienti, specialmente gli anziani, questi effetti collaterali possono essere problematici e limitare l’uso di questi farmaci.

6. Antidepressivi a basse dosi

 

Gli antidepressivi a basse dosi, come i triciclici (ad esempio, amitriptilina) o gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), vengono talvolta utilizzati per trattare forme di dispepsia funzionale. 

Questi farmaci non solo migliorano l’umore, ma possono anche modulare la percezione del dolore viscerale, riducendo così il disagio associato alla dispepsia. Tuttavia, il loro uso è accompagnato da una serie di effetti collaterali. 

I triciclici possono causare sedazione, aumento di peso, secchezza delle fauci e, in alcuni casi, problemi di regolazione della pressione sanguigna

Gli SSRI, d’altro canto, possono provocare insonnia, problemi sessuali e, in rari casi, un aumento dell’ansia nelle fasi iniziali del trattamento. Per questi motivi, l’uso di antidepressivi nella dispepsia è generalmente riservato a casi selezionati e richiede una stretta supervisione medica.

 

7. Antibiotici (per infezione da Helicobacter pylori)

 

L’infezione da *Helicobacter pylori* è una delle cause più comuni di ulcere gastriche e dispepsia. Quando questa infezione è presente, il trattamento con antibiotici è essenziale per eradicare il batterio e alleviare i sintomi. Tipicamente, un ciclo di trattamento include una combinazione di due antibiotici, come claritromicina, amoxicillina o metronidazolo, insieme a un inibitore della pompa protonica per ridurre l’acidità gastrica. 

Sebbene gli antibiotici siano efficaci, possono causare effetti collaterali come disbiosi intestinale associata a diarrea, nausea, e alterazioni del metabolismo, del sistema immunitario e alterazione dell’asse intestino-cervello

Inoltre, esiste il rischio di sviluppare resistenza agli antibiotici se non vengono utilizzati correttamente, rendendo più difficile trattare future infezioni. 

 

In conclusione, è cruciale che medici e pazienti valutino attentamente i benefici e i rischi dell’uso prolungato dei farmaci convenzionali e considerino l’adozione di terapie alternative, come la nutrizione funzionale e l’integrazione nutraceutica personalizzata, per gestire i sintomi in modo più sicuro e sostenibile.

Approccio di Nutrizione Funzionale e terapie nutraceutiche personalizzate

 

Le terapie naturali e nutraceutiche possono essere un valido complemento o alternativa alle terapie convenzionali per la gestione della dispepsia, soprattutto nelle forme funzionali. Questi approcci mirano non solo ad alleviare i sintomi, ma anche a risolvere le cause sottostanti della dispepsia attraverso l’uso di piante, estratti naturali, probiotici specifici e modifiche allo stile di vita. Inoltre, alcuni oli essenziali possono giocare un ruolo importante grazie alle loro proprietà digestive e calmanti.

Ecco una panoramica delle principali terapie naturali e nutraceutiche:

Estratti vegetali e fitoterapia

Zenzero Lo zenzero è ben noto per le sue proprietà antiemetiche e digestive. È particolarmente utile per ridurre la nausea, migliorare la digestione e alleviare il gonfiore. Può essere consumato come tisana, in polvere o fresco grattugiato nelle pietanze.
Camomilla La camomilla ha proprietà antinfiammatorie e calmanti che aiutano a rilassare i muscoli dello stomaco e dell’intestino, alleviando così il dolore addominale e favorendo una digestione più serena. Viene comunemente consumata come tisana.
Finocchio Il finocchio è efficace per ridurre il gonfiore e migliorare la motilità intestinale. I semi di finocchio possono essere masticati dopo i pasti o utilizzati per preparare tisane.
Curcuma La curcuma ha potenti proprietà antinfiammatorie e può aiutare a ridurre l’infiammazione della mucosa gastrica, promuovendo la guarigione delle ulcere e migliorando la digestione. Può essere aggiunta ai cibi o assunta come integratore.

Probiotici

I probiotici sono microrganismi benefici che contribuiscono al benessere dell’intestino, aiutando a riequilibrare la flora intestinale e alleviare le disbiosi. Possono anche ridurre i sintomi della dispepsia. 

L’assunzione di integratori contenenti specifici ceppi probiotici può attenuare gonfiore, flatulenza e favorire una digestione più efficiente. Tuttavia, è fondamentale consultare un esperto per selezionare i ceppi più adatti al proprio caso, soprattutto in presenza di SIBO, poiché scegliere il probiotico sbagliato potrebbe aggravare la condizione di sovracrescita batterica.

Enzimi digestivi

Gli enzimi digestivi possono aiutare a migliorare la digestione degli alimenti, specialmente in persone che soffrono di difficoltà a digerire specifici nutrienti come i latticini o i grassi. Gli integratori di enzimi digestivi, come la bromelina (da ananas) e la papaina (da papaia), possono essere utili per alleviare i sintomi della dispepsia associata a carenze enzimatiche.

Fibra alimentare

 L’assunzione di fibre solubili, come quelle presenti nell’avena, nelle mele e nelle carote, può migliorare la funzione intestinale e ridurre il gonfiore. Le fibre aiutano a regolare la motilità intestinale e possono essere particolarmente utili per chi soffre di stitichezza associata a dispepsia.

Tisane e infusi

Tisana al finocchio Ottima per ridurre il gonfiore e migliorare la digestione.
Tisana allo zenzero e limone Aiuta a stimolare la digestione e ridurre la nausea.
Tisana alla camomilla Calma i nervi dello stomaco e favorisce la digestione, particolarmente utile in caso di stress.

Gemmoderivati

I gemmoderivati, o macerati glicerinati, sono estratti da tessuti embrionali di piante (gemme, giovani getti, radichette) e sono utilizzati in fitoterapia per trattare vari disturbi, tra cui la dispepsia. Ecco alcune piante utili per la gestione della dispepsia:

Ficus carica (Fico) Utilizzato per disturbi digestivi legati a stress e tensioni emotive, ha un’azione calmante sulla mucosa gastrica e regola l’acidità.
Tilia Tomentosa (Tiglio) Utilizzato per le sue proprietà calmanti e antispasmodiche, aiutando a ridurre ansia, stress, insonnia e disturbi digestivi legati a tensioni nervose.
Corylus avellana (Nocciolo) Aiuta a migliorare la motilità gastrica e ha proprietà antinfiammatorie sul tratto digestivo.
Rosmarinus officinalis (Rosmarino) Indicato per stimolare la digestione e alleviare il gonfiore, grazie alle sue proprietà carminative e digestive.
Juniperus communis (Ginepro) Utilizzato per problemi digestivi associati a insufficienza epatica e biliare, stimola la secrezione biliare e migliora la digestione.

Questi rimedi possono essere utilizzati singolarmente o in combinazione, a seconda delle specifiche esigenze.

Oli essenziali

Gli oli essenziali sono estratti concentrati di piante che possono essere utilizzati per supportare la digestione e alleviare i sintomi della dispepsia. Ecco alcuni oli essenziali che possono essere particolarmente utili:

Olio essenziale di menta piperita La menta piperita è nota per le sue proprietà antispasmodiche, che possono aiutare a rilassare i muscoli del tratto digestivo, alleviando crampi e gonfiore. Indicato per le disbiosi costipative, l’olio essenziale di menta può essere assunto per via orale tramite capsule enteriche microincapsulate per evitare irritazioni dello stomaco.
Olio essenziale di zenzero Lo zenzero, sotto forma di olio essenziale, può essere usato per ridurre la nausea e migliorare la digestione. Indicato soprattutto nei casi di nausea/vomito e nei casi di gastrite chimica da reflusso biliare.
Olio di tea tree o Melaleuca Grazie alle sue proprietà antimicrobiche, è talvolta considerato per il trattamento non convenzionale della SIBO.
Olio essenziale di camomilla La camomilla ha proprietà calmanti e antinfiammatorie, e il suo olio essenziale può essere utilizzato per ridurre lo stress e rilassare i muscoli dello stomaco.
Olio essenziale di finocchio Questo olio essenziale può aiutare a ridurre il gonfiore e migliorare la digestione.
Olio essenziale di lavanda Sebbene non sia specifico per la digestione, l’olio essenziale di lavanda è noto per le sue proprietà rilassanti e ansiolitiche, che possono aiutare a ridurre lo stress, spesso associato alla dispepsia. Può anche essere diffuso nell’aria o applicato sulla pelle.

Modifiche dello stile di vita

Alimentazione consapevole

Mangiare lentamente, masticare bene il cibo e fare pasti piccoli e frequenti può migliorare la digestione e ridurre i sintomi della dispepsia.

Evitare i trigger

Identificare ed evitare cibi che scatenano i sintomi, come cibi grassi, speziati, acidi e bevande gassate, può essere fondamentale per gestire la dispepsia.

Riduzione dello stress

Tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga e la respirazione profonda possono aiutare a ridurre lo stress, che è un fattore comune nella dispepsia funzionale.

Le terapie naturali e nutraceutiche possono offrire un’alternativa o un complemento alle terapie convenzionali per la dispepsia, mirando non solo ad alleviare i sintomi, ma anche a trattare le cause sottostanti. Tuttavia, è importante consultare un professionista della salute prima di iniziare qualsiasi trattamento, soprattutto se si stanno già assumendo farmaci, per evitare interazioni o effetti collaterali indesiderati.



Riepilogo Punti Chiave

La dispepsia è un disturbo digestivo che si manifesta con sintomi come dolore addominale, gonfiore, nausea e bruciore di stomaco. La dispepsia può avere cause diverse, che vanno da problemi organici come ulcere gastriche e reflusso gastroesofageo, a condizioni funzionali legate a stress e abitudini alimentari scorrette. 

Alla base della dispepsia possono esistere cause organiche, come malattie gastroesofagee, ulcere e gastriti, e cause funzionali, che non hanno una causa fisica evidente ma sono spesso collegate a fattori come stress e disbiosi intestinale. In particolare, alterazioni dell’asse intestino-cervello (una complessa rete di comunicazione tra il sistema nervoso centrale e il sistema digestivo), possono aggravare i sintomi della dispepsia, suggerendo l’importanza di una gestione olistica che tenga conto non solo dei sintomi fisici, ma anche dello stato emotivo del paziente.

 

Per quanto riguarda l’alimentazione è importante seguire una dieta che favorisca la digestione e riduca i sintomi. Vengono suggeriti pasti leggeri e frequenti, l’evitare cibi irritanti come quelli grassi, piccanti e acidi, e l’adozione di metodi di cottura semplici come la cottura al vapore. 

 

Le terapie convenzionali per la dispepsia, come l’uso di inibitori della pompa protonica, antiacidi e H2-antagonisti, vanno valutate attentamente sia per i loro benefici nel trattamento dei sintomi, sia per i rischi associati all’uso prolungato, come carenze nutrizionali e aumento del rischio di infezioni o di sviluppare altre condizioni più gravi come il cancro gastrico.

 

L’approccio della Nutrizione Funzionale integra terapie naturali e nutraceutiche, offrendo valide alternative o complementi alle cure convenzionali. Questo metodo si focalizza sul trattamento delle cause profonde della dispepsia, utilizzando piante medicinali, probiotici, enzimi digestivi, oli essenziali e altre sostanze naturali per migliorare la salute digestiva in modo duraturo e sostenibile. 

Un elemento centrale di questo approccio è la personalizzazione del trattamento, adattato alle esigenze specifiche di ogni paziente, e l’attenzione a tecniche di gestione dello stress e cambiamenti dello stile di vita, fondamentali per un recupero ottimale e a lungo termine.

In conclusione, una combinazione di alimentazione adeguata, trattamenti non-convenzionali e terapie naturali possa offrire un approccio completo e sostenibile per la gestione della dispepsia, migliorando non solo i sintomi, ma anche il benessere generale del paziente.

Importanza di personalizzare l'alimentazione in base alle esigenze individuali

La personalizzazione dell’alimentazione è fondamentale per promuovere il benessere e gestire condizioni come la dispepsia. Ogni individuo ha esigenze nutrizionali uniche, influenzate da vari fattori come predisposizioni genetiche, stato di salute, stile di vita e specifiche patologie. Un approccio alimentare standardizzato potrebbe non essere efficace per tutti e, in alcuni casi, potrebbe addirittura aggravare i sintomi o non affrontare le cause sottostanti di un problema digestivo.

 

La Nutrizione Funzionale, per esempio, si concentra sull’identificazione delle cause profonde di disturbi come la dispepsia e propone interventi nutrizionali personalizzati. Questo approccio prevede l’utilizzo o l’esclusione di alimenti specifici, fitonutrienti e integratori nutraceutici mirati, per correggere squilibri clinici e migliorare la salute complessiva del paziente. Non si tratta solo di gestire i sintomi, ma di affrontare le radici del problema, tenendo conto della totalità della persona, compresi gli aspetti fisici, mentali ed emotivi.

 

Personalizzare l’alimentazione significa anche adattare la dieta in base alle intolleranze alimentari, alla capacità digestiva individuale e alla presenza di condizioni specifiche come la sovracrescita batterica del piccolo intestino (SIBO) o il reflusso gastroesofageo (GERD). Inoltre, include la considerazione di fattori come lo stress e l’ansia, che possono influenzare significativamente la digestione.

 

In sintesi, un piano alimentare personalizzato non solo migliora la gestione di disturbi digestivi come la dispepsia, ma contribuisce a un miglioramento complessivo della salute, promuovendo un benessere duraturo e prevenendo future complicazioni. Consultare un professionista della nutrizione per un piano alimentare su misura è essenziale per ottenere i migliori risultati.



Consigli finali per migliorare la digestione quotidiana

Ecco i consigli finali per migliorare la digestione quotidiana:

Prenditi il tempo necessario per masticare il cibo correttamente. Questo aiuta a scomporre gli alimenti e facilita la digestione, riducendo il rischio di indigestione e gonfiore.

Opta per pasti più piccoli ma distribuiti durante la giornata. Evitare di sovraccaricare lo stomaco con pasti abbondanti riduce il rischio di sentirsi eccessivamente pieni e favorisce una digestione più efficiente.

Preferisci alimenti poveri di grassi, come carni magre, pesce, verdure cotte e cereali integrali. Questi alimenti sono più facili da digerire e meno propensi a causare problemi digestivi.

Riduci o elimina dalla tua dieta cibi piccanti, acidi, fritti e ricchi di grassi, poiché possono irritare la mucosa gastrica e peggiorare i sintomi di dispepsia.

Mantieniti idratato bevendo acqua a piccoli sorsi durante la giornata, ma evita di bere grandi quantità di liquidi durante i pasti per non diluire i succhi gastrici.

Tisane come quelle al finocchio, camomilla o zenzero possono aiutare a calmare lo stomaco e favorire la digestione. Consumale soprattutto dopo i pasti.

Cerca di mangiare almeno 2-3 ore prima di andare a letto per ridurre il rischio di reflusso e indigestione notturna.

Lo stress può avere un impatto negativo sulla digestione. Pratica tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga per mantenere uno stato mentale sereno, che supporta una buona digestione.

Tenere un diario alimentare può aiutarti a individuare quali alimenti scatenano sintomi digestivi. Una volta identificati, puoi evitarli o ridurne il consumo.

Cotture al vapore, alla griglia o al forno preservano i nutrienti e riducono il contenuto di grassi, rendendo i cibi più facili da digerire rispetto ai fritti o ai cibi troppo elaborati.

Affidati alla Nutrizione funzionale e all’integrazione nutraceutica personalizzata

La nutrizione funzionale gioca un ruolo chiave nel miglioramento della digestione e del benessere generale, poiché si concentra sul trattamento delle cause sottostanti dei disturbi digestivi attraverso una dieta personalizzata e integrata

Utilizzare nutraceutici, come probiotici specifici, enzimi digestivi e fitonutrienti, può aiutare a ristabilire l’equilibrio fisiologico, migliorare la funzione digestiva e promuovere una salute ottimale. È essenziale che l’integrazione sia personalizzata, basata sulle specifiche esigenze e condizioni di salute di ciascuno, per massimizzare i benefici e ridurre eventuali rischi.

 

Seguendo questi consigli, potrai migliorare la tua digestione quotidiana, ridurre i sintomi di dispepsia e promuovere un benessere complessivo duraturo. Consultare un Nutrizionista per un piano personalizzato può aiutarti a ottimizzare la tua dieta e l’integrazione nutraceutica in base alle tue esigenze specifiche.

Il nostro team di nutrizionisti ha le migliori recensioni!
Migliaia di persone si sono rivolte a noi per seguire una dieta che le aiuti a dimagrire in menopausa
C
Chiara Lorenzi
18/04/2021
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Ho iniziato una dieta a gennaio non avevo tanti kg da perdere ma ho avuto buoni risultati, contenta per la cortesia e disponibilità e serietà

M
Michela Bregolato
22/05/2018
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Ho iniziato il mio percorso a fine ottobre 2017 e a meno di 3 mesi ho già perso 10 chili, non ci ero mai riuscita, grazie alle sue competenze mi ha insegnato a mangiare meglio senza rinunciare a tanto, quasi non me ne sono accorta, sempre gentile e disponibile nel rispondere alle varie esigenze e dubbi. La consiglio vivamente anche a chi come me ha superato i 50 anni e fa fatica a perdere peso. Grazie Nicoletta!

A
Agnese Alfredi
3/11/2023
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Ciao, io mi chiamo Agnese e sono stata seguita dalla Dottoressa Jessica Terranova sono entrata con l'intenzione di dimagrire, purtroppo avevo in testa idee sbagliate che mi hanno portato ancora prima di iniziare il percorso con la nutrizionista a smettere di mangiare determinati alimenti se non smettere totalmente. Jessica mi è stata vicina e grazie al suo aiuto e a quello della psicologa sempre di Nutrizione Sana, sono riuscita con tanti sforzi e sacrifici non solo a dimagrire ma anche a eliminare il problema. I percorsi insieme alla nutrizionista e alla psicologa ormai sono terminati, ma so che se un giorno avessi ancora bisogno di loro sono pronte ad aiutarmi.

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Emiliano Figari
26/10/2022
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Il percorso nutrizionale con la Dott.ssa Volpin è stato istruttivo e appagante. I risultati sono evidenti, l’educazione all’equilibrio alimentare è fondamentale per chi, come me, ha voluto seguire un allenamento, ma più in generale per una vita sana.

J
Julian Cacco
10/02/2022
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Un ringraziamento particolare alla Dott.ssa Ambra Matteazzi che con la sua professionalità, in meno di un mese ha risolto un fastidioso disturbo che da anni mi portavo avanti, sebbene mi fossi rivolto a numerosi esperti.