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Pesce, carne, uova: i cibi inquinati da PFAS sulle nostre tavole

Quando compriamo pesce, carne o uova controlliamo sempre la provenienza? Sappiamo se i cibi che portiamo sulle nostre tavole sono sicuri o sono stati contaminati da PFAS?

Eh sì, perché oltre all’acqua di rubinetto che beviamo o utilizziamo per le preparazioni in cucina, dobbiamo prestare attenzione al luogo di origine dei prodotti che consumiamo!

Di allarme PFAS e dei pericoli per la salute ne abbiamo sentito parlare a lungo nei TG durante lo scandalo che ha coinvolto l’ormai nota industria vicentina Miteni… l’interesse da parte dei media per la notizia è ormai scemato, ma non dobbiamo commettere l’errore di dimenticarci di questo problema.

L’allarme del medico vicentino: ecco i cibi da controllare

La denuncia arriva dal dott. Vincenzo Cordiano, medico ematologo e presidente veneto dell’Associazione Medici per l’Ambiente-ISDE Italia Onlus, che evidenzia la pericolosità non solo per l’acqua di rubinetto delle zone a rischio, ma anche dei prodotti di origine animale e vegetale nutriti con acqua contaminata.

Tra i prodotti più a rischio vi sono fegato e interiora degli animali, poi uova e pesci: queste sarebbero le categorie di alimenti che più accumulano PFAS e altre sostanze tossiche. Ma non solo: verdura e latte delle zone contaminate dovrebbero essere cautelativamente evitati, sempre secondo il medico vicentino.

Attenzione perciò alla provenienza dei prodotti che acquistate! Controllate bene le etichette oppure chiedete al vostro macellaio o pescivendolo di fiducia da dove vengono gli alimenti che state acquistando.

Se siete pescatori, prestate cautela anche a dove decidete di andare a pescare: purtroppo la maggior parte dei laghi del Nord Italia sembrano a rischio di contaminazione.

Che cosa sono i PFAS?

(a cura della dot.ssa Ballin)

I Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) sono sostanze di sintesi impiegate soprattutto nell’industria conciaria per impermeabilizzare abiti e pelli ma si possono trovare anche in oggetti di uso comune come packaging alimentari e padelle antiaderenti.

In Italia non esiste ancora una normativa che specifichi i limiti relativi agli scarti industriali con un loro accumulo nelle falde acquifere con gravi ripercussioni sulla salute, soprattutto per le persone che vivono nelle cosiddette aree rosse tra le province di Vicenza, Verona e Padova.

Risalgono ormai al 2013 i primi studi effettuati da Ispra e Cnr che riconoscendo la presenza di Pfas nelle acque venete mettevano in guardia sul possibile rischio sanitario per le popolazioni che bevono le acque prelevate dalla falda. Dal 2013 gli studi e gli approfondimenti sono continuati, portando ad evidenze sempre maggiori dell’effetto nocivo e cancerogeno di queste sostanze senza che però ci fossero sviluppi dal punto di vista normativo ed istituzionale.

Solo nel 2016 con l’intervento del governatore Luca Zaia sono state chieste delle risorse al governo per cercare di costruire un piano di intervento mirato all’installazione di filtri e di monitoraggio sanitario.

Tumori e infertilità: ecco i rischi

Negli ultimi anni i Pfas trovano inoltre un riscontro sempre maggiore nelle riviste scientifiche che riconoscono queste sostanze come causa di tumori ed infertilità, soprattutto nelle donne.

Presso l’Università di Padova il docente Carlo Foresta, ordinario di endocrinologia e membro del Consiglio Superiore di Sanità si sta occupando da alcuni anni di come i Pfas siano in grado di interagire con il funzionamento di alcuni ormoni maschili e femminili.

Gli studi pubblicati nel 2018 che hanno valutato l’interferenza di alcuni Pfas con il testosterone hanno evidenziato in modo chiaro il meccanismo d’azione e la pericolosità con cui i Pfas agiscono sullo sviluppo del sistema uro-genitale e sulla fertilità maschile.

Oggi gli studi si stanno concentrando anche sugli effetti dei Pfas sulla fertilità femminile, causa di aborti spontanei, nascite premature e altri effetti legati al sistema riproduttivo femminile a causa della loro interazione con il Progesterone.

Grazie agli studi svolti presso l’Università di Padova sembra quindi esser stato chiarito il meccanismo con cui agiscono i Pfas sulla salute umana rendendo quindi indispensabili urgenti provvedimenti volti a limitare la diffusione di queste sostanze.

Le analisi svolte su acque pubbliche e pozzi privati di alcuni agricoltori hanno mostrato come la contaminazione riguardi acqua, ortaggi e uova delle province esposte a Pfas richiedendo quindi un’importante modifica delle abitudini alimentari dei cittadini.

E tu che acqua usi per lavare le verdure o per preparare il minestrone? Quale acqua usi per preparare la pastina al tuo bambino? Con quale acqua prepari le tisane? 

Questo articolo deve aiutarci a riflettere e ad essere sempre informati sulle problematiche che ci circondano, soprattutto quando si mette in discussione la salute!

LINK ANSA: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/acqua/2019/04/16/zaia-trovati-nuovi-pfas-nel-po-e-un-caso-nazionale_6d0a44f0-43af-46db-be0c-e62cd6856676.html

FONTE 1: https://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=3203974

FONTE 2: https://www.vvox.it/2019/02/23/pfas-anomalie-in-neonati-vietare-acqua-a-uso-umano-in-zona-rossa/?fbclid=IwAR13tDLtVMf8dQE-IH51yfAYRWQKrHwgvaeAOQukYC9EdyCE5aMIfDqd6jA

FONTE 3: https://www.linkiesta.it/it/article/2019/03/01/acqua-avvelenata-dalle-industrie-e-ora-in-veneto-e-pericoloso-bere-dal/41254/

FONTE 4: https://ilbolive.unipd.it/it/news/pfas-alterano-ciclo-mestruale-fertilita-donne

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