Le vitamine sono molto diffuse negli alimenti ed in genere non è necessario integrare, salvo carenze particolari.
Aumentare l’apporto di acido folico in gravidanza (600 μg/die) riduce il rischio di anencefalia e spina bifida; potrebbe inoltre ridurre il rischio di cardiopatie congenite. Le principali fonti alimentari di acido folico sono i vegetali a foglia, i legumi, gli agrumi. Nel caso in cui la dieta non sia sufficiente a soddisfare il livello di assunzione raccomandato si deve ricorrere ad alimenti fortificati oppure all’integrazione.
Il fabbisogno di vitamina A in gravidanza aumenta del 16% (700 RE, 1 μg retinolo = 6 μg βcarotene = 12 μg altri carotenoidi); tuttavia non vanno assunti supplementi di vitamina A se non dietro prescrizione medica e non si deve in nessun caso superare i 6 mg/die per non incorrere a teratogenesi (processo che porta alla formazione di grosse malformazioni strutturali nel feto). Non superare i 600 RE/die.
In gravidanza aumentano lievemente anche i livelli di molte vitamine idrosolubili: tiamina (1,4 mg/die), ribosfavina (1,7 mg/die), vitamina B6 (1,9 mg/die), vitamina B12 (2,6 μg/die), vitamina C (100 mg/die).