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Obesità Infantile: Cause, Rischi e Soluzioni per un Peso Sano nei Bambini

Obesità Infantile: Cause, Rischi e Soluzioni per un Peso Sano nei Bambini

Tabella dei Contenuti

Cos’è l’obesità infantile e perché è un problema sempre più diffuso

L’obesità infantile è una condizione medica caratterizzata da un eccesso di grasso corporeo che supera i livelli considerati normali per l’età e il sesso del bambino. Si tratta di un problema complesso che non si limita a questioni estetiche ma rappresenta una vera e propria minaccia per la salute, sia nell’immediato che nel futuro. 

 

Bambini obesi infatti hanno una maggiore probabilità di diventare adulti obesi con un rischio aumentato di sviluppare patologie croniche come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, problemi articolari e persino alcune forme di cancro. Oltre alle implicazioni fisiche l’obesità infantile può avere anche conseguenze psicologiche significative. È essenziale, dunque, diagnosticare e trattare l’obesità infantile tempestivamente in modo da poter prevenire eventuali complicazioni che potrebbero influire negativamente sulla qualità della vita e sul benessere del bambino. 

Negli ultimi decenni, l’obesità infantile è diventata una delle principali sfide per la salute pubblica a livello mondiale. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si stima che nel 2023 più di 39 milioni di bambini sotto i 5 anni fossero in sovrappeso o obesi. Questo fenomeno non riguarda solo i paesi sviluppati, ma sta colpendo anche nazioni a medio e basso reddito.

L’aumento dei casi di obesità infantile è attribuibile a una combinazione di fattori ambientali, culturali e comportamentali, tra cui: sedentarietà, abitudini alimentari scorrette, ambienti obesogeni, influenze sociali. 

Lotta contro l’obesità infantile significa affrontare non solo le cause immediate, ma anche promuovere un cambiamento culturale e sociale per garantire ai bambini un futuro più sano e felice.

Cause dell’obesità infantile: genetica, ambiente e stile di vita

Le cause che possono determinare l’insorgenza di obesità infantile sono molteplici e di norma multifattoriali, risultato di un complesso intreccio tra predisposizioni genetiche, influenze ambientali e abitudini quotidiane. Al fine di prevenire e trattare questa condizione è fondamentale comprendere i meccanismi che ne stanno alla base.

Genetica: i fattori genetici giocano un ruolo significativo nell’obesità infantile, influenzando il metabolismo, l’appetito e il modo in cui il corpo accumula e utilizza l’energia. I bambini con genitori obesi hanno una probabilità maggiore di sviluppare obesità, non solo per ereditarietà genetica ma anche per modelli alimentari e comportamentali condivisi.

Ambiente: l’ambiente in cui il bambino cresce è un elemento cruciale. I bambini infatti apprendono le abitudini alimentari della famiglia di origine e di conseguenza abitudini alimentari errate da parte della famiglia vengono interiorizzate anche dai figli. La disponibilità di cibi poco salutari e la mancanza di spazi verdi per giocare sono problemi comuni nelle aree urbane, definite spesso come “ambienti obesogeni”.

Stile di vita: ritmi di vita frenetici, pasti consumati davanti alla televisione e una scarsa attenzione alla qualità dell’alimentazione contribuiscono all’obesità. I bambini sono esposti a un’abbondanza di snack e bevande zuccherate che aumentano il consumo calorico senza fornire nutrienti essenziali.

Come Valutare l’Obesità Infantile

La valutazione dell’obesità infantile è un passaggio fondamentale per individuare precocemente il problema e impostare interventi mirati.

La valutazione di sovrappeso e obesità  infantile richiede l’utilizzo di strumenti specifici basati sulla misurazione di peso e altezza e contestualizzati in base all’età e al sesso del bambino.

 

  • al di sotto dei 24 mesi (2 anni di età) vengono prese in considerazione tabelle e percentili di crescita che prendono in considerazione peso, lunghezza e circonferenza cranica in relazione all’età e al sesso. Le tabelle e i percentili utilizzati sono quelli forni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Al di sotto dei 2 anni non è particolarmente indicato il calcolo del BMI. 

  • Dai 2 anni di età fino ai 18/19 anni per la valutazione di condizioni di sovrappeso o obesità viene utilizzato l’Indice di Massa Corporea (IMC) o Body Mass Index (BMI) rapportato a tabelle e curve di crescita.

BMI bambini: cos’è, valori normali e come interpretarlo

Il BMI (Body Mass Index) o indice di massa corporea (IMC) è un parametro che consente di misurare lo stato ponderale di una persona e di stabilire lo stato di sottopeso, normopeso, sovrappeso o obesità. Si calcola dividendo il peso in kg per il quadrato dell’altezza in metri. 

Formula BMI
BMI = peso in kg altezza in m2

Nel caso dei bambini i valori del BMI devono essere interpretati tenendo in considerazione che maschi e femmine cresco a un ritmo di crescita differente ed anche in relazione all’età del bambino. Per questa ragione vengono utilizzate delle curve di crescita specifiche per età e sesso che consentono di interpretare correttamente il valore ottenuto. 

Per quanto riguarda i bambini da 0 a 24 mesi le tabelle di riferimento OMS in relazione al rapporto peso/lunghezza prevedono una situazione di: 

  • rischio di sovrappeso: al di sopra del 85º percentile 
  • Sovrappeso: al di sopra del 97º percentile
  • Obesità: al di sopra del 99º percentile 

Per quanto riguarda la diagnosi di sovrappeso e obesità in bambini e ragazzi dai 2 ai 18 anni è possibile utilizzare le curve di crescita fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oppure quelle fornite dalla Società Italiana di Endocrinologia e Dialettologia Pediatrica (SIEDP). 

l’OMS fornisce differenti curve di crescita specifiche per la fascia d’età 0-2 anni, 2-5 anni e 5-19 anni. Secondo le linee guida dell’OMS si parla di sovrappeso al di sopra del 85º percentile e di obesità al di sopra del 97º percentile. 

Per quanto riguarda invece le curve di crescita della SIEDP si definisce sovrappeso al di sopra del 75º percentile e obesità al di sopra del 95º percentile. 



Conseguenze dell’Obesità in Età Pediatrica

L’obesità in età pediatrica non è solo una questione legata al peso corporeo, ma ha implicazioni profonde sulla salute fisica, mentale e sociale del bambino. Comprendere le conseguenze immediate e a lungo termine è essenziale per sensibilizzare le famiglie sull’importanza della prevenzione e dell’intervento precoce.

Impatti sulla salute fisica e mentale del bambino

L’obesità infantile può influenzare negativamente diversi aspetti della vita di un bambino, compromettendo sia il benessere fisico che psicologico.

A livello fisico tra i bambini obesi è possibile riscontrare problemi respiratori, in quanto l’eccesso di peso può causare apnee notturne e difficoltà respiratorie con conseguente riduzione della qualità del sonno e della capacità di concentrazione, inoltre può portare a disturbi muscolo-scheletrici, quali dolori articolari e mal di schiena dovuti all’eccessivo carico sul sistema muscolo-scheletrico in crescita. 

 

Infine si è notato che bambini obesi presentano più frequentemente ipertensione precoce e disturbi metabolici come resistenza insulina, con conseguente aumento dell’insorgenza dei casi di diabete di tipo 2 in età pediatrica, aumento dei trigliceridi e del colesterolo e aumento del deposito di grasso a livello del fegato con conseguente steatosi epatica. 

Le conseguenze mentali e sociali si esplicano spesso in condizioni di: 

  • bassa autostima, i bambini obesi infatti rischiano di sviluppare una percezione negativa di sé stessi, sentendosi inadeguati rispetto ai loro coetanei.
  • stigmatizzazione e bullismo: l’obesità è spesso associata a fenomeni di esclusione sociale e bullismo, che aggravano il disagio psicologico.
  • Disturbi psicologici: l’ansia e la depressione sono più comuni nei bambini obesi, spesso a causa della combinazione di fattori emotivi e sociali.

Rischi a lungo termine

Le conseguenze dell’obesità infantile non si limitano all’infanzia, ma aumentano significativamente il rischio di sviluppare malattie croniche e problematiche psicologiche in età adulta. Inoltre un bambino obeso ha un rischio significativamente maggiore di diventare anche un adulto obeso. 

Tra le problematiche più diffuse che si possono riscontrare come conseguenza all’obesità infantile troviamo:  

Rischi dell'Obesità Infantile
Condizione Descrizione
Diabete di tipo 2 L’obesità viscerale influisce negativamente sulla regolazione della glicemia, causando insulino-resistenza. Il diabete di tipo 2 può portare a nefropatia, retinopatia e neuropatia periferica, richiedendo monitoraggio costante.
Malattie cardiovascolari L’accumulo di grasso corporeo è correlato a ipertensione arteriosa e dislipidemie, aumentando il rischio di aterosclerosi e problemi cardiaci già in giovane età.
Problemi respiratori cronici Disturbi come asma e apnee notturne sono più comuni nei bambini obesi, influenzando negativamente la qualità del sonno e la funzionalità polmonare.
Problemi ortopedici Il sovrappeso può causare deformità ossee e difficoltà motorie, compromettendo la mobilità e aumentando il rischio di dolori articolari.
Rischi psicologici Un bambino obeso ha maggiore probabilità di sviluppare bassa autostima, ansia, depressione e disturbi alimentari come il binge eating.
Ridotta aspettativa di vita L’obesità infantile è correlata a un aumento del rischio di mortalità prematura, soprattutto a causa di complicanze metaboliche e cardiovascolari.

Come combattere e curare l’obesità infantile

È possibile conciliare il piano alimentare dei bambini (soprattutto per quanto riguarda i pasti principali come colazione, pranzo e cena) con quello della famiglia, non è infatti necessario preparare alimenti specifici per loro, ma a partire dai 6 mesi possono prendere parte ai pasti in famiglia, condividendo gli stessi alimenti degli adulti. È fondamentale che il menù settimanale di tutta la famiglia sia equilibrato e vario al fine di coprire tutte le esigenze nutrizionali. È opportuno suddividere la giornata alimentare del bambino in 5 pasti giornalieri: colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, spuntino di metà pomeriggio e cena. Questa suddivisione aiuta a mantenere stabile il metabolismo del bambino, evitando cali di energia e favorendo il controllo della fame durante la giornata. 

Colazione

La colazione è un pasto fondamentale per adulti e bambini e dovrebbe includere una combinazione di:

  • Fonti proteico-grasse: yogurt, latte, formaggi magri o un piccolo quantitativo di frutta secca.
  • Carboidrati semplici: frutta fresca, spremuta d’arancia o marmellata senza zuccheri aggiunti.
  • Carboidrati complessi: pane integrale, fette biscottate integrali o cereali senza zuccheri.

Questa composizione fornisce energia duratura per affrontare la giornata e contribuisce a una maggiore sazietà.

È possibile optare per colazioni più tradizionali come latte e cereali oppure fette biscotta con marmellata, oppure per colazioni alternative come dolci fatti in casa (es: torta di mele, banana bread,..), pancake con frutta fresca e creme di frutta secca,..

L’importanza degli spuntini

Gli spuntini di metà mattina e metà pomeriggio sono essenziali per evitare lunghi periodi di digiuno, che potrebbero portare a eccessi calorici nei pasti principali. Ideali sono:

  • Frutta fresca, abbinata a una piccola porzione di frutta secca.
  • Yogurt magro o vegetale senza zuccheri aggiunti.
  • Piccoli panini integrali con affettati magri, come tacchino o prosciutto cotto, formaggi spalmabili, hummus di ceci o paté di olive 

Pranzo e cena

I pasti principali possono essere strutturati in due modi:

  1. Piatti unici: Un piatto unico che combini fonti di carboidrati (pasta, riso o cereali integrali), fonti proteiche (carne magra, pesce, uova o legumi) e verdure, è una soluzione pratica e nutriente. Ad esempio, riso integrale con verdure e pollo oppure pasta con ceci e pomodorini.
  2. Primi e secondi piatti: Un primo piatto condito in modo semplice, come pasta integrale al pomodoro, seguito da un secondo proteico (carne magra, pesce, uova o legumi), sempre accompagnato da un’abbondante porzione di verdure crude o cotte.

Le verdure dovrebbero essere presenti in ogni pasto principale, in modo da aumentare il senso di sazietà grazie al loro contenuto di fibre e fornire un apporto costante di vitamine e minerali.

Come condimento è suggeritile utilizzare olio extravergine di oliva. 

Al termine di pranzo e cena può essere offerta al bambino della frutta fresca, specialmente se non viene utilizzata per gli spuntini o a colazione. 

Nel corso dei pasti principali sarebbe opportuno seguire i suggerimenti della SIP (Società Italiana di Pediatria) per quanto concerne le frequenze di utilizzo delle fonti proteiche le quali comprendono sia gli alimenti di origine animale tra cui: carne, pesce, uova, formaggi, che alimenti di origine vegetale come i legumi. 

Secondo la piramide alimentare della SIP le fonti proteiche andrebbero utilizzate con le seguenti frequenze: 

  • Carne: 3 volte a settimana (preferire carne bianca e limitare il consumo di carne rossa a massimo 1 volta a settimana; limitare il consumo di carne processata); 
  • Pesce: 3-4 volte a settimana; può essere sia di mare che di acqua dolce;
  • Uova: 1-2 volte a settimana;
  • Formaggi: 2 volte a settimana. Possono essere di diverse tipologie: vaccini, ovini, caprini, freschi o stagionati. Nonostante rappresentino una buona fonte di calcio, è opportuno non esagerare in quanto contengono elevati quantitativi di sale e grassi sauri; 
  • Legumi: almeno 2-3 volte a settimana.

Scarica un esempio di dieta settimanale per bambini in sovrappeso (PDF gratuito)

Questa guida offre un esempio di piano alimentare settimanale pensato per aiutare i bambini in sovrappeso a seguire un’alimentazione equilibrata e varia, senza rinunce estreme. Il menù proposto include colazioni nutrienti, spuntini sani, pasti bilanciati e cene leggere, con l’obiettivo di fornire tutti i nutrienti essenziali per la crescita.

Consigli per Prevenire l’Obesità

La prevenzione dell’obesità infantile richiede un approccio integrato che coinvolga abitudini salutari, educazione alimentare e promozione dell’attività fisica. Iniziare a costruire solide basi durante l’infanzia aiuta i bambini a sviluppare uno stile di vita sano, che può essere mantenuto anche in età adulta.

Stile di vita attivo: attività fisica e giochi all’aperto

Uno dei pilastri fondamentali per prevenire l’obesità è incoraggiare i bambini a condurre uno stile di vita attivo.

Secondo le linee guida dell’OMS i bambini e i ragazzi di età tra i 5 e i 17 anni dovrebbero svolgere almeno 60 minuti di attività fisica moderata o intensa al giorno Questo può includere sport, giochi all’aperto, camminate o corse in bicicletta, è infatti importante adattare la tipologia di attività fisica alle caratteristiche del bambino, alle sue esigenze e alle sue passioni.

L’attività fisica favorisce il consumo di energia, e supporta il corretto funzionamento metabolico, inoltre aiuta a controllare la fame ed anche a controllare la fame nervosa, in quanto permette anche di ridurre la noia, la tristezza e migliora l’umore e l’autostima.   

Lo sport organizzato, nello specifico, come calcio, danza o nuoto, non solo aiuta a bruciare calorie, ma favorisce anche lo sviluppo di competenze sociali e motorie.

Per favorire uno stile di vita attivo risulta indispensabile ridurre le attività sedentarie, sarebbe infatti consigliabile limitare il tempo trascorso davanti a schermi (TV, tablet, videogiochi), favorendo il gioco all’aperto oppure attività alternative come la lettura o hobby creativi.

Importanza dell’educazione alimentare per bambini e genitori

Un’adeguata educazione alimentare è cruciale per prevenire l’obesità, poiché insegna ai bambini e ai loro genitori a fare scelte consapevoli e salutari riguardo al cibo.

Soprattutto nelle prime fasi della vita i genitori svolgono un ruolo cruciale nell’educazione alimentare dei bambini, vengono infatti percepiti dai bambini come dei modelli da seguire ed imitare, per questa ragione è importante che i genitori mostrino un rapporto sano ed equilibrato con il cibo in modo tale da favorire l’instaurarsi di una relazione salutare con l’alimentazione anche nei figli.

Al fine di ottenere i risultati sperati è fondamentale che i genitori diano il buon esempio anche a livello pratico e nella routine di tutti i giorni, per esempio consumando regolarmente frutta e verdura, cereali integrali e più in generale pasti bilanciati e salutari. Poiché i bambini tendono a replicare ciò che vedono in famiglia questo li ispirerà a fare lo stesso. Anche coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti li aiuta a comprendere l’importanza di una dieta equilibrata e a sviluppare una relazione positiva con il cibo, al contempo spiegare in modo semplice e divertente i benefici di frutta, verdura e alimenti integrali può stimolare il loro interesse.

Attraverso la condivisione del pasto è poi importante incoraggiare i bambini a sperimentare varie tipologie di cibi senza però mai forzarli, in modo tale da creare un ambiente sereno, in cui il bambino e le sue esigenze vengono ascoltate. A tal fine è fondamentale aiutare i bambini a riconoscere e interpretare i propri segnali di fame e sazietà, per questa ragione durante i pasti, è consigliabile evitare l’uso di dispositivi tecnologici come tablet o televisione per consentire al bambino di concentrarsi sul cibo e sui segnali che il suo corpo gli invia. La distrazione causata dagli schermi può interferire con la capacità di riconoscere la sazietà, portando a un consumo eccessivo di cibo o, al contrario, a un’alimentazione insufficiente. Mangiare senza distrazioni favorisce una maggiore consapevolezza del pasto, permettendo al bambino di apprezzare i sapori, sviluppare abitudini alimentari sane e costruire un rapporto equilibrato con il cibo. Inoltre, condividere il momento del pasto senza dispositivi stimola la comunicazione familiare e rafforza i legami.

Infine è fondamentale evitare di utilizzare il cibo come strumento di ricompensa o punizione, in quanto questo comportamento può influenzare negativamente il rapporto del bambino con l’alimentazione, creando associazioni emotive poco salutari. Frasi come “Se fai i compiti, ti do un dolce” oppure “Niente caramelle se non fai il bravo” attribuiscono al cibo un valore simbolico che va oltre la sua funzione primaria di nutrimento. Questo atteggiamento rischia di trasformare gli alimenti in una sorta di premio o penalità, distorcendo la percezione che il bambino ha di essi.

È importante evitare questa pratica perché potrebbe portare ad una serie di conseguenze come: 

Rischio di creare associazioni emotive disfunzionali

Il bambino potrebbe iniziare a sviluppare un rapporto emotivo con il cibo. In futuro, ciò potrebbe portarlo a ricorrere al cibo per compensare stress, noia o tristezza, favorendo comportamenti come la fame nervosa o il comfort eating.

Demonizzazione o eccessivo desiderio di alcuni alimenti

Proibire determinati cibi come forma di punizione può renderli ancora più desiderabili agli occhi del bambino, portandolo a consumarli in modo eccessivo quando ne ha l’occasione. Allo stesso modo, associare i dolci esclusivamente a momenti di premio può spingerlo a considerarli più speciali o appaganti rispetto ad altri alimenti, incentivandone un consumo eccessivo.

Alterazione della percezione della sazietà

L’uso del cibo come leva educativa può spingere il bambino a mangiare anche quando non ha fame, semplicemente per ottenere una gratificazione. Questo comportamento interferisce con la sua capacità di ascoltare i segnali naturali del proprio corpo, come la fame e la sazietà, compromettendo un’alimentazione equilibrata.

Promuovere uno stile di vita attivo e una corretta educazione alimentare non significa imporre restrizioni, ma incoraggiare un equilibrio sano e sostenibile. Coinvolgere tutta la famiglia in questo percorso di prevenzione aiuta a creare un ambiente favorevole al benessere e alla crescita armoniosa dei bambini.

Fame nervosa nei bambini: come riconoscerla e affrontarla

La fame nervosa è un comportamento alimentare disfunzionale in cui il cibo viene utilizzato per gestire emozioni, solitamente negative, come stress, ansia, noia o tristezza, e non per soddisfare una reale senso di fame, ovvero la necessità fisiologica di nutrirsi.

Si manifesta spesso con l’impulso improvviso di mangiare, preferendo alimenti ricchi di zuccheri o grassi, anche in assenza di fame. È possibile riconoscerla quando l’atto di mangiare avviene in risposta a stati emotivi che il bambino prova e che non riesce a gestire autonomamente.

Tuttavia, per affrontarla in modo efficace, è fondamentale affidarsi a figure professionali qualificate, come nutrizionisti, psicologi o psicoterapeuti, che possano aiutare a comprendere le cause profonde che stanno alla base di questo comportamento e a sviluppare strategie personalizzate per gestire la fame nervosa in modo sano ed equilibrato.

Obesità infantile: domande frequenti e risposte utili per i genitori

L’obesità infantile si valuta attraverso l’Indice di Massa Corporea (BMI), rapportato alle curve di crescita per età e sesso. Per una valutazione più accurata, è consigliato consultare un pediatra o un nutrizionista.

Le cause dell’obesità nei bambini includono fattori genetici, abitudini alimentari scorrette, sedentarietà e aspetti psicologici come la fame nervosa. Un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita attivo sono fondamentali per la prevenzione.

Per prevenire l’obesità infantile è essenziale favorire una dieta bilanciata, ricca di frutta, verdura e cereali integrali, ridurre il consumo di zuccheri e grassi saturi, e incoraggiare l’attività fisica quotidiana.

L’obesità infantile può portare a problemi di salute come diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari, apnee notturne, problemi ortopedici e disturbi psicologici legati all’autostima e all’isolamento sociale.

La dieta per un bambino in sovrappeso deve essere equilibrata e ricca di alimenti nutrienti come verdure, legumi, proteine magre e cereali integrali. È importante evitare diete drastiche e consultare un nutrizionista pediatrico per un piano personalizzato.

L’OMS raccomanda almeno 60 minuti al giorno di attività fisica moderata o intensa per bambini e adolescenti, includendo giochi all’aperto, sport o semplici passeggiate.

La fame nervosa è il consumo di cibo in risposta a emozioni come stress, ansia o noia, piuttosto che a una reale necessità nutrizionale. Per gestirla, è fondamentale riconoscerne i segnali e aiutare il bambino con alternative sane, come attività ludiche o supporto psicologico.

È consigliato rivolgersi a un nutrizionista pediatrico quando il bambino mostra un aumento di peso significativo o difficoltà nella gestione dell’alimentazione. Un professionista può fornire un piano nutrizionale personalizzato e supporto educativo per tutta la famiglia.

Prenditi cura della salute alimentare dei tuoi bambini!

L’obesità infantile è una sfida che si può affrontare con le giuste strategie nutrizionali e uno stile di vita sano. Ogni bambino è unico e ha bisogno di un piano alimentare personalizzato, studiato sulle sue esigenze specifiche. Un approccio mirato può fare la differenza per il suo benessere presente e futuro.

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